26 luglio 2006

Indulgenza plenaria

L'Unione, dopo aver sempre puntato il dito (v)indice contro la CdL a causa delle leggi "ad personam" e ai decreti "salvaPreviti" et similia, non trova niente di meglio che proporre un indulto contro "l'accanimento giustizialista" (come lo definisce Agenzia Radicale)...parole che, se fossero state pronunciate da Berlusconi, avrebbero sollevato lo sdegno generalizzato dei benpensanti.

Invece, per la serie "non va bene quello che fai tu, ma se lo faccio io va benissimo", la coalizione (si fa per dire) di governo (si fa per dire) ha varato un provvedimento attraverso il quale:

Per la prima volta sarebbero indultati anche i reati contro la pubblica amministrazione e l'amministrazione della giustizia, proprio quelli che in questi giorni hanno sollevato le polemiche in tutta Italia. In totale in questo ambito sarebbero coinvolte 455 persone.

Da questo panorama si distingue ancora una volta Antonio Di Pietro, l'unico che sembra mantenere una coerenza con quanto da lui stesso propugnato in passato.
Per il resto, la Sinistra dimostra ancora una volta come i loro attacchi al precedente esecutivo fossero dettati esclusivamente da "invidia del cadreghino", e che la parola coerenza non fa parte del suo vocabolario.

19 luglio 2006

Sicut erat demonstrandum

Faccio seguito al post "Allucinante" di alcuni giorni fa, e ringrazio Thomas Jefferson per la dritta.
Come era facilmente intuibile, l'Iran non si è poi mostrato tanto disposto a fare da paciere...direi piuttosto che ha assunto una ben netta posizione.

Iran: appoggio totale alla Siria contro Israele

Ripeto, come era FACILMENTE intuibile...e per FACILMENTE intendo dire che un bambino di tre anni ce l'avrebbe senz'altro fatta.
Romano Prodi invece era di un altro avviso. Solo lui, però.

18 luglio 2006

Back and forth

L'atteggiamento del Ministro Bersani mi lascia sinceramente molto perplesso: com'è possibile proclamare la necessità bruciante di una misura, tanto da richiedere un provvedimento d'urgenza come il decreto legge, per poi fare dietro-front con le orecchie basse quando le categorie coinvolte protestano?

Ancora una vota si dimostra come il nuovo esecutivo sia fortemente carente su alcuni aspetti: il primo, più lampante, è la mancanza di coerenza (non solo tra gli esponenti delle miriadi di eterogenee componenti politiche che compongono lo schieramento dell'Unione, ma anche all'interno del medesimo gruppo - per non dire all'interno della medesima persona); il secondo è il voler perseguire in questa demagogia di basso profilo, del dover trovare a tutti i costi una soluzione che accontenti sempre tutti, anche quando è palese che per raddrizzare la schiena al Paese servono interventi radicali e soprattutto impopolari!

17 luglio 2006

Allucinante

Mi lascia decisamente perplesso l'iniziativa di Romano Prodi riguardo alla crisi in medio oriente: va bene tutto, ma aspettarsi che l'Iran di Ahmadinejad si ponga come mediatore mi pare un pochino troppo ottimistico, e soprattutto fuori luogo!

Stiamo parlando di un personaggio che da sempre ritiene Israele un nemico da obliterare con le armi di distruzione di massa: come potrebbe una persona dotata di un minimo di buon senso attendersi che funga da paciere?
Ma forse il nostro premier non ha seguito con attenzione i fatti di politica estera dell'ultimo biennio...

12 luglio 2006

Scricchiolii sinistri...

Cominciano le esternazioni minacciose del Ministro degli Esteri, e conseguentemente si cominciano a palesare le prime crepe nella "gloriosa macchina da guerra" dell'Unione che ha vinto le elezioni del 9/10 Aprile.
Sul Corriere della Sera, Massimo D'Alema commenta le dichiarazioni degli europarlamentari italiani (in special modo Agnoletto) sull’impegno in Afghanistan, nel quale i detrattori «non vedo (Agnoletto, NdR) segni di discontinuità sull’Afghanistan rispetto a quanto fatto dall’esecutivo precedente»

Ecco i prodromi di una piccola crisi, la prima conseguenza dell'eterogenea coalizione di governo...D'Alema dice:

«Niente stravaganze né exit strategy; se la linea non va bene il mio mandato è a disposizione»
Non giovano certo in questo momento le eventuali dimissioni del vicepremier: va tenuto conto ancora una volta, però, delle forti differenze di pensiero all'interno dell'Unione.

06 luglio 2006

Sul decreto Bersani

Non ho ancora avuto tempo di esaminare per bene il Decreto Bersani, ma le critiche mosse dall'articolo di Schegge di Vetro mi sembrano assolutamente eque e ragionate.
Non entro nel merito delle singole misure, sulle quali - come ripeto - non ho ancora avuto tempo di ragionare con attenzione. Una cosa in particolare vorrei però segnalare:

Per cinque anni, in tutti i giorni dispari, la sinistra ha urlato contro l'autoritarismo berlusconiano rinfacciando il ricorso a certi strumenti (fiducia, deleghe e decreti) che sono stati costantemente definiti come il funerale della democrazia. Il governo di sinistra cosa fa? Pretende di riformare i sistemi corporativi giusto con un decreto, alla faccia della necessità di concertare con le parti sociali eccetera eccetera.

Infatti. La questione non è chiara.
Wikipedia ci viene in aiuto:

Il decreto-legge è un atto normativo avente forza di legge regolato dall'art. 77 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Può essere adottato dal governo, senza l'autorizzazione preventiva delle Camere, solo in casi di necessità ed urgenza; la sua validità è limitata nel tempo, per cui nel caso non sia convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni dalla sua emanazione decade automaticamente; tuttavia il Parlamento ha facoltà di regolare i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto non convertito in legge.
La natura eccezionale ed urgente di questi provvedimenti è sottoposta alla valutazione discrezionale dallo stesso governo, ed è questo fatto che ha determinato in particolare nei decenni 1970 e 1980 un abnorme ricorso a tale procedura, aggravato dalla prassi di reiterare il medesimo decreto innumerevoli volte in assenza di conversione in legge; questo determinava la continuata validità dello stesso decreto anche per molti anni, rendendo politicamente ingestibili le conseguenze di una sua eventuale decadenza e costringendo di fatto il Parlamento alla conversione in legge. La Corte costituzionale con sentenza (n. 360 del 1996) ha posto fine a questo fenomeno dichiarando illegittima ogni reiterazione di decreti-legge giunti a scadenza.


Scusate, ma non riesco proprio a vedere la necessità e soprattutto l'urgenza che hanno portato a pubblicare il provvedimento...
Sinceramente mi sembra semplicemente un trucchetto per bypassare l'iter burocratico definito per la ratificazione delle leggi...

Sono molto perplesso.