15 novembre 2006

Il silenzio è d'oro

E in determinati casi, certi personaggi dovrebbero attenersi a tale principio.
Magari al posto di fare certe affermazioni.

Dunque, in base a quanto sancisce il Diritto, secondo il Regio Decreto 16 marzo 1942 n. 267, come modificato dal Decreto Legge 14 marzo 2005 n. 35, l'imprenditore che si trova in stato d'insolvenza (ossia non è in grado di onorare regolarmente, con mezzi normali di pagamento, le obbligazioni assunte alle scadenze pattuite) è dichiarato fallito.
Ma tale norma prevede anche, come in questo caso dice giustamente Visco, che un ente pubblico non possa incappare nel fallimento, nemmeno se presenta dei bilanci in perdita.

A questo punto sorge spontanea una domanda, se vogliamo continuare a considerare il parallelo tra la realtà pubblica e quella privata. L'effetto principale della dichiarazione di fallimento è il così detto "spossessamento": all'atto pratico, il fallito perde l'amministrazione del proprio patrimonio, che è affidata ad un curatore fallimentare nominato dal Tribunale tra professionisti iscritti all'albo dei commercialisti, degli avvocati o dei ragionieri.

Orbene...nel caso dell'Ente pubblico, il fallito (il Sindaco? o chi?) perderebbe l'amministrazione di un patrimonio che NON E' suo!
Inoltre non si tratterebbe di un classico commissariamento: quest'ultimo provvedimento ha lo scopo di sostituirsi alla politica sino a quando non si a un nuovo sindaco o un nuovo presidente di provincia o regione. Ma l'attività va avanti ugualmente ed in questi casi creando ulteriori debiti.

Invece, quando il fallito viene spossessato dei suoi beni, smette anche di svolgere attività e il curatore ha come unico scopo realizzare il più possibile per pagare i creditori. Fatto questo l'attività finisce.

Bene, supponiamo quindi che il Comune di Bologna (tanto per citarne uno tanto caro al sedicente Presidente del Consiglio) non riesca a far fronte ai debiti accumulati. Viene nominato un curatore fallimentare, il sindaco viene spedito a casa a calci nel sedere e vengono portati in tribunale i libri contabili.

Mi spiega l'onorevole Visco:
  1. Come fa il Comune a cessare l'attività? Sospendiamo tutti i servizi? Niente acqua potabile, niente elettricità, niente fogne, niente trasporti??? E gli abitanti li trasferiamo in massa???
  2. Che ne facciamo del territorio comunale? Viene ceduto ad un comune limitrofo? Magari messo all'asta pubblica? Così viene riscattato dal comune di Catanzaro, che dista 1000 km?
  3. I SOLDI PER PAGARE I CREDITORI DOVE LI ANDIAMO A PESCARE????

Il sonno della ragione genera mostri...

08 novembre 2006

Fantascienza

Eh?
Eh?
Mi vengono i dubbi che Padoa Schioppa non viva nel mio medesimo continuum spazio-temporale (vedasi a tale proposito il post precedente)

Gran ratatouille di finanziera all'italiana

Ogni giorno il febbrile lavoro del Ministero dell'Economia produce nuove norme che lasciano allibiti i più (e anche i meno) sulla loro effettiva utilità...più che febbrile, infatti, tale lavoro andrebbe etichettato come "febbricitante" poiché partorisce deliri degni del peggior Istituto di Igiene Mentale!

Vi consiglio di leggere questo articolo di Maurizio Blondet, che ancora una volta colpisce nel segno sottolineando come con la metodologia intrapresa dall'attuale Esecutivo (si fa per dire) la ripresa dell'Italia sia un miraggio ben lungi dall'essere realizzato.

Per un semplice motivo: tali provvedimenti tagliano le gambe a tutto campo all'imprenditoria privata, che dovrebbe essere la spina dorsale di qualunque nazione che non intenda essere identificata come "burosauro" (e come tale destinata all'estinzione).

Ma in effetti ci sono ulteriori aspetti allucinanti: la retroattività dei provvedimenti (che, come segnalato nell'articolo, è in aperto contrasto con lo Statuto del Contribuente sottoscritto dall'Italia) e la continua mutevolezza dei medesimi (regole e scadenze che cambiano senza soluzione di continuità, gettando nella confusione più totale chi deve sottostarci e palesando la preoccupante approssimazione che alberga nel processo decisionale - parolone che mal si adatta agli equilibrismi della compagine di governo...SI FA PER DIRE, ovviamente - di Visco e soci)

Il barcone Italia è sempre più alla deriva e di timonieri che sappiano quel che stanno facendo neanche l'ombra...

02 novembre 2006

Denigrazione

Un nuovo scandaloso complotto denigratorio è stato ordito dalla stampa internazionale ai danni dell'operato del nostro (SI FA PER DIRE) governo (si fa per dire).

E pensare che una volta, quando si trattava di dare contro a Berlusconi, erano tanto amici...invece ora il Financial Times si mette a fare il cattivone e a dire che il buon Padoa Schioppa è il meno convincente ta i ministri dell'Economia dei Paesi dell'UE.
(FT ha assegnato all'ex banchiere, unico tra i colleghi, una sola stella, facendone il fanalino di coda della graduatoria).

Che tempi! Neanche più degli amici ci si può fidare...

P.S.: Ma amici carissimi, niente paura! Possiamo andare avanti imperterriti perché il ministro proclama di "Non sentirsi bocciato"...d'altronde la differenza tra il predicare (in BCE) e il razzolare (a Palazzo Chigi) è una pratica usuale per quest'accozzaglia di fenomeni che qualche sto(ic/lt)o sostenitore si ostina a chiamare "governo".
Perché, come dice Fioroni, questo esecutivo non è "un monumento alla differenza che passa tra le parole e i fatti, com'è avvenuto col precedente governo"...io in verità l'unica analogia che vedo con un monumento sono le tracce lasciate dai piccioni...