27 marzo 2009

italy.va



Ha vinto la linea di Casini.

Ora, a parte l'ipocrisia di Schifani (che prima sottolinea che il Papa è un capo di stato straniero, e poi si dichiara soddisfatto dell'esito dei lavori che sanciscono l'adesione in toto alla vision del Pontefice), sinceramente non si capisce il senso di una legge che ti consente di depositare un testamento biologico autenticato, ma poi in ultima analisi dichiara che i medici non sono tenuti a prenderne atto, anzi, nel caso di sospensione dell'alimentazione forzata, rischiano di finire in galera.

La sospensione o meno delle terapie in casi irreversibili non può essere altro che una questione che riguarda esclusivamente la coscienza dei parenti e degli amici delle persone che si trovano in tali condizioni.

Uno stato che si proclama "laico" non può, a mio avviso, costringere de facto anche chi non crede alla possibilità di un intervento divino, a sposare il punto di vista delle autorità della religione più diffusa (per ora) sul territorio nazionale.

Anche perché - ribadiamolo - il clero non ha alcun titolo per esercitare decisioni politiche. Almeno al di fuori del Vaticano, s'intende.

25 marzo 2009

Il potere logora chi non ce l'ha?



Il vecchio adagio di andreottiana memoria ben si adatta all'argomento del Buongiorno del 20 marzo di Gramellini.
Mi è piaciuto molto l'articolo: un po' perché "non hanno ancora inventato un numero sufficientemente grande per rappresentare quanto mi sta sulle balle Gad Lerner" (autocitazione, NdBG), ma soprattutto perché dimostra che a certe conclusioni evidentemente non ci giungo solo io.

Mi riferisco ad un concetto da me espresso più e più volte, rappresentato egregiamente dalla frase:
"Le ossessioni nascondono sempre un'attrazione inconfessabile per l'oggetto delle nostre critiche."

Sarà mica così anche per coloro che sogliono contestare e sbeffeggiare costantemente e per partito preso un capo del governo A CASO?
Chissà chi lo sa...Mah!

11 marzo 2009

Chi l'avrebbe mai detto, eh?



Titolone de La Stampa oggi:



Un decollo difficile per la società di Colaninno e soci.

La perdita 2009 rischia d'essere il doppio del previsto

Per la serie: come odio avere sempre ragione!

Ma l'articolo è una raccolta di frasi esilaranti...

Se avessero saputo della tempesta che stava per abbattersi sull’economia mondiale, probabilmente Roberto Colaninno e gli altri soci della nuova Alitalia non si sarebbero avventurati in un decollo così difficile.
MADDAAAAIIII??? Io l'avevo detto e ribadito più e più volte nei mesi scorsi (ma in verità chiunque l'aveva capito da sé): lasciatela FALLIRE e affidate il servizio a una compagnia EFFICIENTE e chissenefrega se è straniera!
E questi sarebbero i grandi capitani d'industria italiani? Apposto siamo!
Però come biasimarli? Loro il tornaconto lo portano a casa comunque: gli stipendi di giada (per non parlare delle buonuscite che verranno elargite ora che qualcuno abbandonerà la nave) di Colaninno e soci rimarranno invariati nonostante l'economia della società! Tanto paga Pantalone!

Ma andiamo avanti:
L’amministratore delegato Rocco Sabelli in questi giorni ha puntato il dito sulla concorrenza sussidiata della Freccia Rossa sulla Roma-Milano.
E qui siamo ad un cabaret così puro che neanche a Colorado può essere eguagliato facilmente! Ma che diamine di ragionamento sarebbe? Ok, mi direte: un classico della commedia degli equivoci all'italiana, ossia "è sempre colpa degli altri".
Eh ma Sabelli fa bene ad indignarsi: come hanno osato concepire un mezzo di trasporto alternativo (che privo di magagne certo non è) che potesse intaccare il dorato monopolio della compagnia aerea di bandiera (seh) sulle tratte nazionali? Davanti a soprusi di questo genere il fatto di comparare patate e carote passa sicuramente in secondo piano!
Come anche il fatto che le tariffe di base siano esose, soprattutto inserite nel contesto del livello di servizio offerto!

Dulcis in fundo, non poteva mancare il solito teatrino dei sindacati:
Lasciati fuori dalla porta della Rsu aziendale i ribelli di Anpac, Unione Piloti e Sdl, Sabelli per ora deve trattare solo con i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L’Anpac però conta fra i suoi iscritti almeno la metà dei piloti assunti, e ha proclamato il suo primo sciopero per l’8 aprile: sarà il banco di prova della sua forza all’interno della nuova azienda.
Ariecchice, compagnia nuova, disagi vecchi!

Nel rinnovare i miei personali complimenti alla mirabile classe dirigente delle grandi aziende italiane, ribadisco che per quanto mi sarà possibile eviterò assolutamente di prendere alcun volo Alitalia in futuro, al costo di fare scalo a Londra con Ryanair per andare da Torino a Roma!

Auguro a lor signori che la crisi se li mangi di traverso, anche se come al solito ci rimetteranno solo i poveri cristi e non certo questi illuminati geni della finanza!

02 marzo 2009

Tu chiamala se vuoi "demagogia"



Il dizionario enciclopedico Treccani definisce il termine "demagogia" come segue:

Pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingandole con
promesse, soprattutto economiche, difficilmente realizzabili.

Wikipedia puntualizza:

Di frequente uso nel dizionario politico, con accezione dispregiativa indica il
comportamento di colui che utilizza frasi retoriche ed esprime promesse
inconsistenti per accaparrarsi il favore dell'elettorato, facendo spesso leva su
sentimenti irrazionali, ed alimentando la paura o l'odio nei confronti del
nemico o dell'avversario politico.

Alla luce di queste definizioni proviamo ad analizzare l'uscita di Dario Franceschini a Bari sull'assegno per i disoccupati.
C'è la leva sul sentimento di paura (nella fattispecie la paura di non riuscire ad arrivare alla fine del mese), c'è la promessa economica dell'assegno.


Sicuramente se io fossi nelle condizioni disperate in cui versano i lavoratori che si trovano da un giorno all'altro in cassa integrazione o peggio a causa della crisi, accoglierei con speranza ed entusiasmo le parole di Franceschini.

Tutto molto chiaro, tutto molto caritatevole...solo una piccola domanda mi sovviene: CHI PAGA, di grazia? Se ci sono dei soldi da erogare (a fronte di nessun bene o servizio realizzato - non certo per colpa dei lavoratori, sia chiaro) qualcuno li deve tirare fuori.

Ecco, on. Franceschini...CHI?

Gli Enti locali alla canna del gas? Il Parlamento (quindi ANCHE LEI)? Giammai!

Fatti due ragionamenti, i soldi per gli assegni di disoccupazione non dovranno magari essere ricavati aumentando ANCORA la pressione fiscale sui cittadini?


Da questo mi sento di dire che la proposta del neosegretario del PD è "difficilmente realizzabile", e questo chiude il cerchio: quella di Franceschini è a tutti gli effetti demagogia.


Strano che non se ne accorga (o che creda che chi lo ascolta non se ne accorga), perché dimostra più avanti di conoscere il corretto significato del termine, quando lo utilizza per etichettare l'altrettanto deplorevole iniziativa delle "ronde" (che, oltre a non risolvere nulla, distraggono dal loro compito principale le forze dell'ordine, che si trovano a dover agire da "scorta" per evitare guai ai giustizieri fai da te)...


Questo aneddoto dimostra ancora una volta di più come i nostri politicanti siano particolarmente miopi, ed attenti ai bisogni dei cittadini solo superficialmente.

Invece di pensare ad un sussidio per i disoccupati, non sarebbe magari più costruttivo varare delle leggi (o abrogare determinate pastoie legislative e fiscali) che alleggeriscano il peso della crisi sulle aziende, e che in generale consentano a queste ultime una maggior convenienza nell'impiegare un maggior numero di persone (se non altro a non dover giubilare gli attuali assunti) senza ricorrere al lavoro nero?