In questi giorni segnati dalla presenza ossessiva del terrorismo di matrice fondamentalista, l'argomento che tiene banco è quello della liberazione di Greta e Vanessa, le due cooperanti dell'ONG Horryaty sequestrate durante una missione umanitaria in Siria.
Innanzitutto sia ben chiaro che le intenzioni esternate dalle due ragazze sono degne della massima lode: la popolazione di quei luoghi è dilaniata dalle violenze perpetrate dai fondamentalisti e da chi li combatte, e la maggior parte sono vittime che subiscono una situazione che non hanno scelto e contro cui possono fare poco.
Pensare di portare conforto ed aiuto in quelle terre richiede un altruismo e un coraggio tutt'altro che banale. Io personalmente non credo di avere né l'uno né l'altro.
Ciò detto, ci sono alcuni elementi che vanno presi in considerazione.
La teoria dice che quando ci si propone per una missione umanitaria in territorio di guerra è vitale capire bene a quali pericoli si sarà esposti, e sono le ONG che organizzano le spedizioni a dover fornire tutti i dettagli del caso.
Le ONG devono chiarire il fatto che in quelle zone si rischia seriamente di essere feriti, rapiti o addirittura uccisi e ripeterlo costantemente, più volte, portando magari delle evidenze fotografiche.
Se poi la persona si è resa conto che non si sta andando a cantare le canzoni di Natale all'ospedale o a dare da mangiare ai vecchietti dell'ospizio, ed è comunque intenzionata a portare il proprio aiuto in quei territori, una ONG che abbia a cuore la salute dei propri cooperanti dovrebbe procedere a dare un addestramento di stampo MILITARE alle persone che manderà in loco: questi si devono sapere difendere, perché va ribadito che si tratta di zone di guerra.
Quando, dopo mesi (MESI) di addestramento le persone saranno pronte (per quanto possibile) ad essere mandate in loco, esse dovranno essere affiancate da personale professionalmente in grado di difenderle: personale SERIAMENTE preparato. Sto pensando a ex-Mossad, ex-Spetsnaz, roba del genere per intenderci.
Perché devono garantire la massima incolumità ai cooperanti, che sono dei non-militari in zona di guerra.
Ribadisco: zona di GUERRA.
Teniamo conto che un cooperante vivo e libero sul territorio è una risorsa che sicuramente apporta dei benefici alle persone che hanno bisogno di aiuti, compiendo la missione per cui ha deciso di partire.
Un cooperante morto, oltre ad essere una tragedia umana, non è di nessun aiuto per le persone in loco.
Un cooperante rapito è peggio ancora, in quanto pur essendo per fortuna vivo non è di nessun aiuto e in più la sua liberazione può comportare un costo in termini di vite umane o quantomeno in termini di grandi somme sborsate.
Questo per quanto concerne la teoria.
La pratica dice che le due ragazze sono state mandate allo sbaraglio da qualcuno il cui raziocinio era evidentemente troppo offuscato dalla preoccupazione nei confronti delle persone in difficoltà (sia essa stata genuina o dettata da intenti autoincensatori stile "Hey, look at me: I CARE!"...ma questo è ininfluente ai fini dell'effetto finale) per effettuare una valutazione oggettiva dei rischi dell'operazione a tutto tondo.
La pratica dice anche che l'impresa non era coperta da polizze assicurative adeguate.
E la conclusione è stata che le due ragazze sono state rapite (e per fortuna sono tornate vive e vegete) e il governo italiano ha dovuto sborsare una cifra esorbitante (potete raccontarmi le favolette che volete: abbiamo PAGATO, s no le due sarebbero ancora là) per riportarle a casa. Cifra che ovviamente ricadrà sulle spalle di tutti noi, che per fortuna viviamo in un paese che non ci vessa dal punto di vista fiscale, vero?
Senza contare che quei denari sono andati a rimpinguare le casse dei terroristi: epic FAIL!
Qualcuno mi ha detto: "Eh, vorrei vedere se no avresti pagato nel caso i tuoi figli fossero stati in quella situazione".
Ma io avrei SCONSIGLIATO VIVAMENTE i miei figli o chiunque di mia conoscenza in merito ad imbarcarsi in un'impresa simile senza adeguato addestramento ed affiancamento.
Qualcuno mi ha anche detto: "Eh, ma se nessuno li aiuta, quei poveracci sono spacciati..."
Ma io non ho mai detto che non bisogni effettuare missioni umanitarie. Solo che bisogna andarci preparati, MOLTO preparati.
Bisogna rendersi conto che quello è un mestiere in cui NON CI SI IMPROVVISA, come tristemente invece avviene.
Oppure tirarsene fuori riconoscendo di non essere all'altezza.
Era già capitata la medesima cosa dieci anni fa con le famose Simona & Simona.
Evidentemente la storia non insegna proprio un bel niente. O saranno forse gli eroi di casa nostra che non sono in grado di assimilare le lezioni?
Ribadisco: zona di GUERRA.
Teniamo conto che un cooperante vivo e libero sul territorio è una risorsa che sicuramente apporta dei benefici alle persone che hanno bisogno di aiuti, compiendo la missione per cui ha deciso di partire.
Un cooperante morto, oltre ad essere una tragedia umana, non è di nessun aiuto per le persone in loco.
Un cooperante rapito è peggio ancora, in quanto pur essendo per fortuna vivo non è di nessun aiuto e in più la sua liberazione può comportare un costo in termini di vite umane o quantomeno in termini di grandi somme sborsate.
Questo per quanto concerne la teoria.
La pratica dice che le due ragazze sono state mandate allo sbaraglio da qualcuno il cui raziocinio era evidentemente troppo offuscato dalla preoccupazione nei confronti delle persone in difficoltà (sia essa stata genuina o dettata da intenti autoincensatori stile "Hey, look at me: I CARE!"...ma questo è ininfluente ai fini dell'effetto finale) per effettuare una valutazione oggettiva dei rischi dell'operazione a tutto tondo.
La pratica dice anche che l'impresa non era coperta da polizze assicurative adeguate.
E la conclusione è stata che le due ragazze sono state rapite (e per fortuna sono tornate vive e vegete) e il governo italiano ha dovuto sborsare una cifra esorbitante (potete raccontarmi le favolette che volete: abbiamo PAGATO, s no le due sarebbero ancora là) per riportarle a casa. Cifra che ovviamente ricadrà sulle spalle di tutti noi, che per fortuna viviamo in un paese che non ci vessa dal punto di vista fiscale, vero?
Senza contare che quei denari sono andati a rimpinguare le casse dei terroristi: epic FAIL!
Qualcuno mi ha detto: "Eh, vorrei vedere se no avresti pagato nel caso i tuoi figli fossero stati in quella situazione".
Ma io avrei SCONSIGLIATO VIVAMENTE i miei figli o chiunque di mia conoscenza in merito ad imbarcarsi in un'impresa simile senza adeguato addestramento ed affiancamento.
Qualcuno mi ha anche detto: "Eh, ma se nessuno li aiuta, quei poveracci sono spacciati..."
Ma io non ho mai detto che non bisogni effettuare missioni umanitarie. Solo che bisogna andarci preparati, MOLTO preparati.
Bisogna rendersi conto che quello è un mestiere in cui NON CI SI IMPROVVISA, come tristemente invece avviene.
Oppure tirarsene fuori riconoscendo di non essere all'altezza.
Era già capitata la medesima cosa dieci anni fa con le famose Simona & Simona.
Evidentemente la storia non insegna proprio un bel niente. O saranno forse gli eroi di casa nostra che non sono in grado di assimilare le lezioni?