23 gennaio 2015

History will teach us nothing


In questi giorni segnati dalla presenza ossessiva del terrorismo di matrice fondamentalista, l'argomento che tiene banco è quello della liberazione di Greta e Vanessa, le due cooperanti dell'ONG Horryaty sequestrate durante una missione umanitaria in Siria.

Innanzitutto sia ben chiaro che le intenzioni esternate dalle due ragazze sono degne della massima lode: la popolazione di quei luoghi è dilaniata dalle violenze perpetrate dai fondamentalisti e da chi li combatte, e la maggior parte sono vittime che subiscono una situazione che non hanno scelto e contro cui possono fare poco.
Pensare di portare conforto ed aiuto in quelle terre richiede un altruismo e un coraggio tutt'altro che banale. Io personalmente non credo di avere né l'uno né l'altro.

Ciò detto, ci sono alcuni elementi che vanno presi in considerazione.
La teoria dice che quando ci si propone per una missione umanitaria in territorio di guerra è vitale capire bene a quali pericoli si sarà esposti, e sono le ONG che organizzano le spedizioni a dover fornire tutti i dettagli del caso.
Le ONG devono chiarire il fatto che in quelle zone si rischia seriamente di essere feriti, rapiti o addirittura uccisi e ripeterlo costantemente, più volte, portando magari delle evidenze fotografiche.
Se poi la persona si è resa conto che non si sta andando a cantare le canzoni di Natale all'ospedale o a dare da mangiare ai vecchietti dell'ospizio, ed è comunque intenzionata a portare il proprio aiuto in quei territori, una ONG che abbia a cuore la salute dei propri cooperanti dovrebbe procedere a dare un addestramento di stampo MILITARE alle persone che manderà in loco: questi si devono sapere difendere, perché va ribadito che si tratta di zone di guerra.
Quando, dopo mesi (MESI) di addestramento le persone saranno pronte (per quanto possibile) ad essere mandate in loco, esse dovranno essere affiancate da personale professionalmente in grado di difenderle: personale SERIAMENTE preparato. Sto pensando a ex-Mossad, ex-Spetsnaz, roba del genere per intenderci.

Perché devono garantire la massima incolumità ai cooperanti, che sono dei non-militari in zona di guerra.
Ribadisco: zona di GUERRA.

Teniamo conto che un cooperante vivo e libero sul territorio è una risorsa che sicuramente apporta dei benefici alle persone che hanno bisogno di aiuti, compiendo la missione per cui ha deciso di partire.
Un cooperante morto, oltre ad essere una tragedia umana, non è di nessun aiuto per le persone in loco.
Un cooperante rapito è peggio ancora, in quanto pur essendo per fortuna vivo non è di nessun aiuto e in più la sua liberazione può comportare un costo in termini di vite umane o quantomeno in termini di grandi somme sborsate.

Questo per quanto concerne la teoria.
La pratica dice che le due ragazze sono state mandate allo sbaraglio da qualcuno il cui raziocinio era evidentemente troppo offuscato dalla preoccupazione nei confronti delle persone in difficoltà (sia essa stata genuina o dettata da intenti autoincensatori stile "Hey, look at me: I CARE!"...ma questo è ininfluente ai fini dell'effetto finale) per effettuare una valutazione oggettiva dei rischi dell'operazione a tutto tondo.
La pratica dice anche che l'impresa non era coperta da polizze assicurative adeguate.
E la conclusione è stata che le due ragazze sono state rapite (e per fortuna sono tornate vive e vegete) e il governo italiano ha dovuto sborsare una cifra esorbitante (potete raccontarmi le favolette che volete: abbiamo PAGATO, s no le due sarebbero ancora là) per riportarle a casa. Cifra che ovviamente ricadrà sulle spalle di tutti noi, che per fortuna viviamo in un paese che non ci vessa dal punto di vista fiscale, vero?
Senza contare che quei denari sono andati a rimpinguare le casse dei terroristi: epic FAIL!

Qualcuno mi ha detto: "Eh, vorrei vedere se no avresti pagato nel caso i tuoi figli fossero stati in quella situazione".
Ma io avrei SCONSIGLIATO VIVAMENTE i miei figli o chiunque di mia conoscenza in merito ad imbarcarsi in un'impresa simile senza adeguato addestramento ed affiancamento.

Qualcuno mi ha anche detto: "Eh, ma se nessuno li aiuta, quei poveracci sono spacciati..."
Ma io non ho mai detto che non bisogni effettuare missioni umanitarie. Solo che bisogna andarci preparati, MOLTO preparati.

Bisogna rendersi conto che quello è un mestiere in cui NON CI SI IMPROVVISA, come tristemente invece avviene.
Oppure tirarsene fuori riconoscendo di non essere all'altezza.

Era già capitata la medesima cosa dieci anni fa con le famose Simona & Simona.
Evidentemente la storia non insegna proprio un bel niente. O saranno forse gli eroi di casa nostra che non sono in grado di assimilare le lezioni?

17 ottobre 2013

Legiferatio precox


In questo ultimo periodo si sono succeduti alcuni eventi che hanno evidenziato una tendenza che, seppure radicata da tempo tra gli italianuzzi, sta pericolosamente precipitando verso una deriva di dimensioni preoccupanti.

Mi riferisco al costume di legiferare in base all'onda emozionale e sensazionalistica del momento: è successo con la legge sul femminicidio, si è ripetuto con l'istituzione dell'operazione Mare Nostrum e temo si verificherà nuovamente in merito alle proposte di amnistia/indulto e all'abolizione del reato di calndestinità.

Come funziona detto meccanismo?
  1. Si prende un fatto di cronaca magari già di per sé eclatante.
  2. Lo si dà in pasto alla grancassa mediatica in modo che gli imbrattacarte di quart'ordine che infestano la carta stampata possano distorcerne la prospettiva in modo che si adatti alle proprie conclusioni, che sono in linea di massima mirate a suscitare sdegno/sdilinquimento o altri tipi di emozioni forti nei lettori.
  3. In seguito all'ondata di reazioni da parte della cittadinanza, il Governo prende atto di quale soluzione adottare non tanto con l'obiettivo di stilare norme ragionate (magari anche impopolari) che abbiano una propria logica e pertanto possano essere perpetuate nel tempo creando molti benefici e pochi disagi, ma piuttosto cercando di appacificare la maggior fetta possibile di "opinion leader" cui i cittadini fanno riferimento, in tempi rapidi e con il massimo clamore ed esposizione mediatica possibili in modo da lustrare le proprie immagini pubbliche.
  4. Di conseguenza vengono ratificati provvedimenti in cui la forma viene privilegiata ben più della sostanza, e pertanto destinati a mostrare la corda di fronte al passare del tempo (il politico non ragiona MAI in chiave di prospettiva futura, se non quando si tratta di assicurare la propria permanenza su qualche cadreghino in eterno) o all'insorgere di aspetti del problema che all'analisi frettolosa cui è stato sottoposto non sono stati evidenziati.
Un fattore determinante nell'esecuzione del processo succitato è rappresentato dall'eventuale esternazione del Presidente della Repubblica in positivo o in negativo rispetto ad una proposta. Analogamente a quanto capita per il Papa in materia di teologia, è stato infatti recentemente introdotto de facto il dogma dell'infallibilità dell'Inquilino del Quirinale.
Di conseguenza, qualunque voce si distingua dal coro osannante viene rapidamente isolata e messa in condizione di non nuocere affinché sia fatta la volontà del Supremo (che poi di fatto equivale alla volontà della maggioranza del corpo politico laddove serve lo scopo di appacificare le succitate Brigate Sdegnate, creando consenso e pertanto voti in chiave della prossima tornata elettorale).

L'ultimo evento in ordine di tempo ad aver ingenerato un'ondata emozionale significativa è la morte dell'ufficiale nazista che comandò l'eccidio delle Fosse Ardeatine (non ne specifico le generalità di proposito: gente simile va condannata all'oblio), e la conseguente baruffa originatasi in merito alla scelta del luogo in cui tumulare la salma.
Eventi del genere inevitabilmente attirano masse di gente ferocemente pro (sì, c'è pure gente pro...) o contro con gli altrettanto inevitabili tafferugli. Queste sono le condizioni ideali in cui il procedimento delineato sopra si può scatenare in tutta la sua potenza distruttiva.

Infatti il (chiamiamolo così per comodità) capo dello Stato si è sentito subito in dovere (complice la coincidenza con la commemorazione dei 70 anni dal rastrellamento nazista di Roma) di raccomandare l'istituzione del Reato di Negazionismo (di fatto associandolo alla già codificata Apologia di Reato) proponendo la reclusione fino a 5 anni per coloro che negano i crimini contro l'umanità.

Ora, cerchiamo di ragionare con calma: il "negazionista" è colui che nega che abbiano mai avuto luogo le persecuzioni e le atrocità commesse da chi abbia incarcerato, torturato e ucciso persone basandosi su  discriminazioni di tipo ideologico, sessuale o razziale. Nello specifico, il "negazionista dell'Olocausto" è colui che sostiene che le deportazioni nei campi di concentramento nazisti e lo sterminio di ebrei e simpatizzanti nelle famigerate camere a gas.

Personalmente ritengo che tale ragionamento non abbia alcun fondamento, e che negare ostinatamente fatti testimoniati da centinaia di migliaia di persone nel corso degli anni (nonché corroborati dalle registrazioni dei discorsi ideologici di chi era a capo del regime oppressivo) sia quantomeno prova di scarsa intelligenza.
C'è anche chi sostiene che delle camere a gas si sa soltanto ciò che è stato raccontato dagli alleati nel dopoguerra: per carità, noi non eravamo là (per fortuna, direi) a vedere con i nostri occhi...dobbiamo fidarci dei racconti di chi c'è stato ed è tornato indietro.
Stranamente però sono TANTE le persone che raccontano le stesse cose, distribuite in mezzo mondo...molti di essi recano pure prove fisiche dei trattamenti subiti nei lager...In sostanza, mi viene difficile dubitare nel caso in questione, ecco!

Torniamo però a bomba sulla questione della legge: un negazionista ha le proprie opinioni. Esse sono questionabili, generano scandalo tra i cittadini, ma sono pur sempre OPINIONI.

Il negazionista esprime un proprio punto di vista: non procura danno né fa del male a chicchessia (a meno che si imponga con la forza, ma quello è un altro discorso per cui condividerei la punizone). Su quali basi vogliamo che sia messo in carcere?
Mi risulta tra l'altro che in Italia esista la libertà di opinione. Su quali basi allora vogliamo che sia messo in carcere un negazionista? A quanto ne so, mettere in carcere una persona perché esprime le proprie opinioni è tipico dei regimi dittatoriali e repressivi. L'Italia non si considera forse un paese democratico? Siamo in dittatura?

C'è poi da considerare un aspetto legato alla coerenza stessa dei legiferatori che ci ritroviamo in questo momento storico (e aggiungerei: ahimé). Qualche giorno fa proponete un'amnistia o un indulto perché le carceri sono sovraffollate, e ora chiedete di mettere gente in galera per un reato di opinione?
Ma la vostra mano destra sa cosa fa la sinistra o no? Specialmente quando si tratta della STESSA mano (chi ha parlato per primo di indulto o amnistia?)!

Sono veramente preoccupato da questa prevalenza di "furore legislativo" guidato dall'emergenza (vera o creata con la complicità dei media) del momento, senza una pianificazione accurata e condotta col solo scopo di dare "panem et circenses" ad una cittadinanza pervasa da "onanismo giudiziario".
Dimostra dilettantismo, ruffianesimo e scarso interesse verso i problemi sistemici della nazione: lo "smoke and mirrors" messo in piedi dai politici con queste iniziative di grande respiro democratico purtroppo riescono a deviare l'attenzione dei cittadini da problemi ben più pressanti quali l'abnorme pressione fiscale e la stagnazione dell'economia, che ci stanno conducendo rapidamente verso la miseria.

01 marzo 2013

Redd(ito) rationem


Tra le priorità del programma del Movimento 5 Stelle c’è l'istituzione di un "reddito di cittadinanza".
La definizione recita:
"il reddito di cittadinanza è un reddito di base universale pagato a tutti, senza alcun obbligo di attività, per una somma sufficiente a esistere e a partecipare alla vita della società. Tutti gli altri redditi privati (per la maggior parte redditi da lavoro) sono aggiunti a questo reddito di base."

A me pare decisamente un abominio.
Oltre a deresponsabilizzare il cittadino (come se campare alle spalle dello Stato non fosse già un costume sufficientemente radicato in Italia, con una solida base di expertise, tra l'altro), rimane la questione di base:

CHI PAGA?


Ora naturalmente coloro che vedono nel fantasmagorico "estero" la trasposizione di Shangri-La nel mondo reale mi diranno: "Eh, ma in Germania esiste".

Sì, certo. Peccato che non siano tutte rose e fiori.
Leggetevi questo articolo e guardate come viene considerato praticamente in Germania.

A me non sembra molto allettante...a voi sì?

18 gennaio 2013

Il fattore canuto


Si sta avvicinando a grandi falcate la data delle elezioni politiche, e la sensazione è incredibilmente ancora più deprimente dei giri precedenti, anche perché parecchi degli attori (guitti, magari) in gioco ogni tanto si lasciano scappare delle affermazioni che consentono di vedere chiaramente che al di là della facciata alberga il nulla assoluto, in cui si staglia in modo evidente l'unico obiettivo che sta a cuore ai suddetti: il proprio tornaconto personale, raggiunto attraverso l'abbarbicamento al proprio cadreghino e il prosperare del meccanismo di clientelismo che da almeno 60 anni a questa parte caratterizza ogni aspetto della vita politica (centrale e locale) italiana.

Dai social network e dai blog emerge fortunatamente una folta schiera di cittadini che si sono finalmente disillusi e che non vogliono più sentir parlare di qualunque forza politica tradizionale (Pdl, Pd, Monti, Lega o qualunque delle n microentità che si sono a più riprese scisse dai corpi centrali). Costoro stanno dirigendo le proprie intenzioni di voto verso i soggetti "alternativi" (come ad esempio il "Movimento 5 Stelle" o "Fermare il Declino") che dimostrano di avere opinioni e idee (condivisibili o meno, ma è lecito) per uscire dalla melma in cui è sprofondato il Paese e che i soggetti politici "puri" sostengono (senza alcuna certezza di riuscita, beninteso) si possa eliminare solo aumentando la pressione fiscale e demolendo sempre più il potere di acquisto dei cittadini.

Certo, anche in rete c'è ancora chi parteggia fortemente per l'uno o per l'altro partito classico, sovente per proprio tornaconto, per radical-chiccheria, per antipatia verso gli avversari storici, per la famosa regola del "sostenere il meno peggio" (che come dimostrano i fatti, TAAAAANTO BENE ha fatto all'Italia negli ultimi 20 anni) o perché genuinamente convinti dai rispettivi programmi elettorali (e questi proprio non li capisco...non riesco a trovare proposizioni concrete nell'interesse dei cittadini in alcun proclama elettorale, ma solo un coacervo di attacchi agli avversari o voli pindarici su quel che bisogna fare per farsi benvolere dagli altri membri dell'UE, dal Vaticano, dagli USA, da chiunque tranne che da popolo italiano che IN TEORIA dovrebbe essere il principale se non l'unico interessato).

Ma non sono questi ultimi quelli che mi preoccupano maggiormente.
C'è un vasto segmento di elettori che è colpevolmente trascurato dai nuovi movimenti, che si affidano a Internet perché credono che sia il mezzo di comunicazione definitivo.
Il che in effetti è vero, perché è versatile e attraverso il meccanismo dei social network permette di confrontarsi e coinvolgere un gran numero di persone.
Ma in Italia la penetrazione informatica tra la popolazione è abbastanza bassa: siamo su livelli decenti quando si fa riferimento alla fascia di età under-45.

Il segmento problematico cui faccio riferimento è quello degli anziani, particolarmente quelli in pensione.
Da quel che sento captando le conversazioni casuali sui mezzi pubblici o nella sala d'attesa del medico, questa è gente che è effettivamente convinta che Monti abbia fatto del bene all'Italia.
Perché "Eh, prima c'era quello là che faceva il buffone e il puttaniere, adesso con Monti abbiamo riacquistato SERIETA' in Europa..."

Questo evidentemente capita perché queste persone non accedono ad Internet, non sanno neanche cosa sia: il loro unico mezzo di informazione è la tv, pertanto sentono solo le solite campane, amplificate dai grotteschi teatrini imbastiti da Ballarò, Porta a Porta, Servizio Pubblico, Tribune Politiche a gogò.
Non sono in grado di cercare informazioni più approfondite e che escano dal coro.

Peraltro si tratta di gente che, essendo in pensione e il più delle volte in affitto, non si rende conto dell'impatto disastroso sui cittadini di misure come l'IMU, l'aumento dell'IRPEF per le aziende, l'aumento delle accise sul carburante...

Monti e gli altri hanno buon gioco a fidelizzare questa parte di elettorato finché non introdurranno un qualche meccanismo che li tocchi sul vivo (ossia: finché non toccheranno le pensioni, cosa che si guardano bene dal fare).

Pertanto ripeto quanto ho già espresso su Facebook qualche giorno fa: signori che proponete soluzioni alternative ai politici classici, se volete avere una chance, ma soprattutto se l'intenzione è quella di evitare che al governo ci troviamo di nuovo questo vampiro succhiasoldi o gli altri pagliacci di Pd e Pdl, vi consiglio caldamente di impostare la vostra campagna in modo da riuscire a convincere (quindi: esporre FATTI e CIFRE in maniera CHIARA e senza terminologie TECNICHE, su mezzi di comunicazione ALLA LORO PORTATA) questa gente a votare i vostri movimenti.

Se vi perdete loro non avete alcuna possibilità.
E neanche noi.

10 dicembre 2012

Aridajje


È stata sufficiente la dichiarazione di Berlusconi di volersi ricandidare alla presidenza del Consiglio per portare di nuovo sul proscenio una ridda di vergini vestali (o autoconsiderantisi tali) che, novelle Cassandre, dipingono scenari apocalittici stracciandosi le vesti.
Posso anche capire e condividere in certa misura le critiche e i timori proferiti, principalmente perché il Cavaliere durante i propri mandati ha deluso tutte le possibili aspettative, pensando massimamente ai cavoli suoi e mancando puntualmente ogni possibilità di imprimere una svolta alla deprimente situazione in cui versa l'Italia.

Il vero problema è che il colpo di scena del Berlusca ha riportato il livello dello confronto politico allo scontro frontale tra di lui e chiunque-sia-contro-di-lui (nella istantanea fattispecie Bersani), con buona pace dei programmi elettorali che passano direttamente in secondo piano quando proprio non spariscono nello sfondo della scena.

Bene. Io invece vorrei sentir parlare di programmi.
In particolare vorrei sentire parlare di programmi che contengano i seguenti punti:
  • Progressivo distaccamento dall'Unione Europea e dall'Eurozona, coincidente con un obiettivo di indipendenza economica dell'Italia (il che vuol dire non dover dipendere dall'estero per i beni di primaria sussistenza: commercio limitato ai beni non essenziali e alle eventuali risorse di surplus);
  • In aggiunta al punto precedente, completo svincolo dalle ingerenze di altri paesi (incluso il Vaticano, ovviamente) nella politica interna italiana: ciò vuol dire che ad esternazioni di questo tipo va dato il giusto spazio. Nel bidone dell'umido, possibilmente;
  • Riduzione CON EFFETTO IMMEDIATO (non dalla prossima futura eventuale se mai ci sarà legislatura) del numero dei parlamentari (già più volte qui ipotizzato da 945 a 315) e dei funzionari amministrativi di contorno, passando attraverso un deciso snellimento dell'impianto amministrativo locale (eliminazione di commissioni ad hoc, taglio di enti superflui, quali ad esempio le province - va benissimo lo schema ipotizzato dall'attuale esecutivo -  e lo statuto speciale per le regioni che attualmente ne sono provviste);
  • Per gli Enti locali residui dal passo precedente, sfoltimento del numero di membri di Consigli e Giunte;
  • Illegittimità delle situazioni di cumulo di cariche pubbliche: negli eventuali casi residui per cui sia inevitabile il permanere dell'anomalia, assoluto DIVIETO di cumulo di retribuzioni pubbliche;
  • In materia di retribuzioni pubbliche, istituzione di un meccanismo esterno di definizione degli emolumenti per gli esponenti politici e i dirigenti amministrativi (questo è un punto molto difficile da realizzare in modo che sia equo e non dia origine a meccanismi di "scambi" o "vendette" tra i controllori ed i controllati...ad ogni modo è assolutamente da sanare l'anomalia attuale che consente ai politici di determinare il proprio compenso);
  • Istituzione di un meccanismo di responsabilizzazione per le figure i cui pronunciamenti hanno rilevanza amministrativa, giudiziaria e sanitaria (avvocati, medici, commercialisti, magistrati, forze dell'ordine): nel caso in cui il loro operato fallace abbia causato un danno ad un cittadino devono essere riconosciuti responsabili ed essere sanzionati in prima persona;
Rimangono inoltre validi gli assunti già formulati nel 2008 in questo post e in quest'altro.

Naturalmente ci sono molti altri argomenti su cui è necessario un intervento deciso e che stravolga gli attuali paradigmi istituzionali.
Purtroppo non ho sentito alcuna forza politica in gioco (né quelle emergenti, men che meno quelle consolidate, che hanno tutto l'inteesse nel mantenere lo status quo) esprimere dei propositi non dico identici, ma almeno orientati a raggiungere obiettivi simili.

La strada è lunga e tortuosa.

23 ottobre 2012

Stay choosy, stay hungry (and unemployed)


Sapete benissimo che non nutro grande stima per Ms. Crocodile Fornero (per non dire che non ne ho affatto).
Tuttavia, ha ragione da vendere quando invita i giovani a non essere troppo schizzinosi nella scelta del lavoro, in particolare del primo.
Quelli che il ministro espone sono ragionamenti essenzialmente lineari e logici: quando in giro non si trova lavoro, la scelta è tra ingoiare un rospo e non portare a casa i soldi. Non so voi, ma io preferisco la prima ipotesi.

Nessuno sta dicendo (neanche la Fornero, badate bene) che i giovani non abbiano diritto di cercare il lavoro per cui hanno studiato e che li appassioni completamente. Ci mancherebbe altro.
Il discorso vale a prescindere dalla congiuntura economica, ma a maggior ragione con i chiari di luna attuali non ci si può (e non ci si DEVE) permettere di stare lì ad aspettare che la manna scenda dal cielo: nel frattempo è necessario farsi furbi e cominciare a mettere grano in cascina prima di esaurire i soldi.

Beh, certo che se un soggetto non riesce a concludere il proprio ciclo nel mondo dell'istruzione prima dei 30 anni (magari perché c'è il calcetto...c'è la movida...ci sono le feste della facoltà...ci sono le vacanze a Ibbizza...io sono ggggiovane, mi DEVO divertire...tanto c'è papà che paga sta cavolo di uni che è pure duppalle perché tocca studiare...) il tempo comincia a scarseggiare e diventa impellente la necessità di bruciare le tappe.

Un discorso che il ministro non ha toccato ma che giocoforza è fondamentale, contempla anche l'oculatezza nella scelta del percorso formativo. Volenti o nolenti, il mercato del lavoro (come qualunque genere di mercato) è regolato da meccanismi di domanda e offerta.
La logica vuole che sia più fruttuoso intraprendere un corso di studi che porti (per quanto l'università italiana NON SIA IN GRADO di preparare gli studenti al mondo del lavoro) ad una specializzazione di cui c'è carenza nel mondo dell'impiego.

Beh, certo che se un soggetto decide di iscriversi a Lettere Antiche o Filosofia (magari perché gli ingegneri sono nerd...non voglio mica fare il ragioniere come quelli di Economia...eh ma io sono creativo nella pittura o nella poesia...e che palle tutte quelle formule, non c'ho testa...ma io sento che la mia vocazione è quella di insegnare...e poi, diciamocelo, a Ingegneria non c'è la figa che trovi a Scienze Politiche...) dovrebbe essere anche disposto ad assumersi il rischio di rimanere a piedi una volta ottenuto il famigerato pezzo di carta.

Amareggia (ma non stupisce) constatare invece che determinate forze politiche abbiano contestato le affermazioni della Fornero, non riuscendo a guardare oltre la propria pervicacia e i propri preconcetti, sempre ad aspettare che ci sia uno Stato-Papà che debba provvedere ad imboccare i figliuoli anche quando questi dovrebbero già aver raggiunto l'età matura (ad esempio Adriana Poli Bortone che stigmatizza come i giovani siano «delusi dalle mancate risposte che noi politici e il governo non abbiamo saputo dare»...spiegatemi che c@§§o c'entra...).

Nichi Vendola poi ha parlato di “tecnica dell’arroganza” adottata dal ministro: a me sembra ben più arrogante chi pretende di avere la pappa pronta sempre, in particolare attendendosi che il Governo crei posti di lavoro dal nulla anche quando NON CE N'E' RICHIESTA SUL MERCATO (le migliaia di candidati per pochi posti di insegnante sono un lampante esempio).

La butto lì: estremizzando, potrebbe invece essere un utile strumento di governance e di responsabilizzazione della popolazione l'istituzione di una misura ufficiale della domanda di un certo tipo di figura professionale, in correlazione ai percorsi formativi scolastici disponibili (naturalmente con orizzonte comparabile alla durata sensata di un corso di studi): nel caso in cui uno studente decidesse di imbarcarsi in un percorso che forma competenze professionali non adeguate allo scenario lavorativo del periodo (es. quinquennale), e che quindi ricada nelle basse posizioni della lista, si potrebbe pensare di esonerarlo da alcune prerogative tipo il diritto di voto fino a quando non abbia trovato un impiego (o comunque in relazione al numero e alla distribuzione spettrale di colloqui intrapresi).
Troppo duro? Eh ma signori, non si può neanche stare ad aspettare indefinitamente la grazia divina rinchiusi nella torre d'avorio della propria formazione accademica.

Sempre secondo Vendola, la Fornero sarebbe rea di “aver detto ai giovani arrangiatevi’”: caro il mio Nichi, non siamo nel mondo dei Puffi né nell'idilliaco universo di Star Trek dove uno può sbarcare il lunario facendo il poeta...nel mondo reale CI SI DEVE arrangiare!
Capisco che i politici abbiano della difficoltà ad afferrare il concetto tanto quanto un essere umano ha difficoltà ad immaginare un universo in quattro dimensioni...ma comunque stiamo parlando di GIOVANI, non di LATTANTI...e sarebbe ora che scendessero dalle nuvole e si dessero una svegliata!

17 luglio 2012

Ma chi fa la review della spending review?


Leggendo gli ultimi proclami del (coacervo di farabutti che per comodità e brevità chiameremo) Governo, c'è di che rimanere veramente di stucco.

Si profila innanzitutto un taglio quasi totale dei finanziamenti alle Regioni per il trasporto pubblico.
Poi, come se non bastasse, altra mazzata pesante ai fondi per la sanità...

A questi provvedimenti che lasciano decisamente perplessi, si aggiunge in data odierna una sparata degna dei film di Mel Brooks: un accorpamento delle festività e un taglio generalizzato al monte ferie per aumentare il Pil...

Quest'ultima trovata in particolare mostra decisamente la corda e si palesa per quello che è veramente: il raschiamento del barile.
A prima vista parrebbe che gli espertoni finanziari non abbiano la più pallida idea di dove risiedano effettivamente gli sprechi in Italia, e che quindi abbiano deciso di attaccare il bersaglio grosso per portare a casa un maggior risultato nel minor tempo possibile.
In verità la spiegazione potrebbe essere un'altra.

C'è sicuramente un'ottima probabilità che Monti e i suoi sgherri siano più cialtroni di quel che ci viene raccontato, per carità...però secondo me sono soprattutto in malafede.
Ossia: a loro non frega NIENTE dei cittadini italiani.

Il mestiere di un buon governo dovrebbe essere quello di assicurare ai propri cittadini i servizi fondamentali per agevolarne la vita e fare in modo che essi possano contribuire maggiormente allo sviluppo del paese.
Invece costoro pensano che rendendo più difficile lo spostamento dei pendolari, abbassando il livello delle prestazioni sanitarie e riducendo le giornate libere dei lavoratori, magicamente questi ultimi diventeranno più motivati e produttivi...mah, io ho i miei dubbi.

In verità i suddetti signori sono comodi.
Sì, perché è facile tagliare i supporti alla cittadinanza: più difficile andare a toccare i privilegi della classe "dirigente" (seh) e la rete dei favoritismi/nepotismi/clientelismi ormai radicata da decenni nel nostro Paese.

Certo, perché tanto i cittadini possono parlare, sbraitare, dimostrare, ma tanto non cambierà nulla. Non sono i cittadini che hanno il potere di decidere.
Come dite? Eh, ma i cittadini possono esercitare il diritto di voto.
Sì, certo.
Poi però le liste sono chiuse e - grazie alla legge "Porcellum" - sono i partiti a decidere chi va in Parlamento.
E inoltre per le elezioni amministrative e politiche non c'è il quorum: vince chi ha la maggioranza (calcolata secondo le regole astruse in vigore) anche se si trattasse di esaminare 1000 voti.

E allora mi dite: basta votare il Movimento 5 Stelle.
Sì, certo.
Magari vediamo prima come va a finire la gestione della Giunta Comunale di Parma...
Poi vediamo magari quanto resisteranno a Palazzo Madama e a Montecitorio prima di indulgere nei medesimi frizzi e lazzi dei loro predecessori...

Perché il malcontento del popolino va e viene: ci sono le Olimpiadi, il Campionato, i Mondiali...e chi ci pensa più a quegli stronzi di politici?
I politici sono l'unica certezza fissa ed immutabile di casa nostra.

Altrimenti non mi spiego come mai Monti & C. abbiano deciso di tagliare sanità e trasporti mentre vedo ancora almeno 630 PARLAMENTARI DI TROPPO (per non parlare di segretari, assistenti, lacché, portaborse, autisti e valletti vari)...

Non sono un entusiasta degli Stati Uniti, ma almeno devo dire che le proporzioni del sistema politico in questo caso sono esemplari.
A fronte di un'estensione territoriale pari a 30 volte quella italiana, e ad una popolazione almeno quintupla, hanno UN TERZO dei senatori e DUE TERZI dei deputati...magari fatevi una review su questo dato di fatto!