14 gennaio 2010

Cronaca nera



Sugli avvenimenti di Rosarno di alcuni giorni fa, ho letto un parere assolutamente condivisibile da parte di Maurizio Guandalini, economista e opinionista di Metro.
Lo riporto qui prima che vada perso nell'oblio.

GLI IMMIGRATI SFRUTTATI
Il caporalato è lo sfruttamento della manovalanza per lo più agricola ed edile. Nelle campagne pugliesi sono 40 mila i lavoratori sfruttati senza diritti di cui 10 mila immigrati, il resto donne. Rosarno in Calabria è un esempio.
Gli immigrati vivevano in vere proprie topaie. 12 ore di lavoro al giorno per raccogliere i pomodori e alla sera si rinchiudevano a decine in campi improvvisati dentro igloo a strati di plastica e coperte. Gli immigrati fanno lavori che gli italiani non farebbero mai. E' da una vita che gira così. A Rosarno è successo il fattaccio e ora tutti ad indignarsi.
Ma scusate, chi ha tollerato fino ad ora questo sistema che poi alla fine della fiera andava bene un po' a tutti? L'arte dell'arrangiarsi è la pastiglia del quieto vivere.

E infatti, a parte qualche sporadica manifestazione, in mezza Italia si tira avanti con lavoro nero e sfruttamento schiavista della manodopera extracomunitaria. Mai abbiamo sentito di mobilitazioni nazionali della Chiesa o del sindacato. Mai retate delle forze dell'ordine. Mai presidenti di Regione che di persona si recavano in queste zone desolate per denunciare modi e metodi di lavoro incivili.

L'ipocrisia è insopportabile tanto più quando la si esercita sapendo che è ipocrisia allo stato puro.
Le lotte per la civiltà e lo stato di diritto dobbiamo farle in casa nostra e lo dico anche all'UE, ossessionata a richiamarci agli standard di bilancio e disattenta verso il degrado sociale.