22 maggio 2009

Non c'è due senza il tre!



Ovviamente, non volendo essere da meno dei soggetti che si sono esibiti prima, anche il Cavaliere ieri ha ritenuto doveroso stupire la platea con affermazioni "outré".

Anche in questo caso, comunque, ci sono stati dei concetti assolutamente condivisibili: 630 deputati e 315 senatori sono decisamente TROPPI, e in questo caso il modello statunitense mi sembra un'ottima pietra di paragone! D'altronde se là non sono richiesti più di 100 senatori e 435 deputati per far funzionare la cosa pubblica (in modo sensibilmente più efficace che non da noi), non capisco come mai in Italia sia necessario ospitare un numero quasi doppio di rappresentanti quando la nostra popolazione è un quinto di quella degli Stati Uniti!
Mappando quelle cifre sulla nostra geografia politica, si avrebbero:
  • 5 senatori e circa 22 deputati per ciascuna Regione, ossia
  • circa 1 senatore e 4 deputati per ciascuna Provincia (ammesso e non concesso che tali Enti abbiano ancora una qualche ragione d'esistere), ossia
  • 1 senatore ogni 600.000 abitanti e 1 deputato ogni circa 138.000 abitanti

Vi pare poco? Pensando appunto ad una realtà tanto variegata come quella americana, direi di no.
D'altronde avevo già pensato ad una riduzione ancora più drastica dei rappresentanti in un mio ragionamento dell'anno scorso.

Ora, la necessità di ridimensionare il numero di Parlamentari è oggettivamente sensata, mentre non lo è utilizzare una proposta di questo tipo per effettuare una delegittimazione del Parlamento.
Dice bene Fini quando ribadisce il ruolo fondamentale di legislazione svolto dalle Camere: in tutte le democrazie moderne la formulazione delle leggi prevede una stesura ed una revisione da parte di almeno due entità di questo tipo (appunto House of Representatives e Senate in USA, House of Lords e House of Commons in UK, Sénat e Assemblée nationale in Francia, e così via...).
Delegittimare questo meccanismo (magari per favorire l'utilizzo indiscriminato di decreti legge) avrebbe delle ripercussioni decisamente gravi.

Per non parlare dell'invito a concedere maggiori poteri al premier...ma stiamo scherzando? E quali poteri vorrebbe ancora avere? Raccogliere in un'unica figura il potere legislativo, esecutivo e giudiziario senza rendere conto a nessuno sul proprio operato?
A casa mia questa si chiamerebbe "dittatura" e, a mia memoria, dopo Giulio Cesare ha solo sempre prodotto effetti devastanti (a parte i palesi casi di Mussolini e Hitler, occorre ricordare la Spagna di Franco, il Nicaragua, l'Argentina, il Chile di Pinochet, le Filippine, e così via...)

Sinceramente spero che l'ondata di caldo passi presto, di modo che gli influssi nefasti della calura svaniscano tempestivamente prima che qualcuno si convinca a prendere sul serio queste baggianate!

21 maggio 2009

Anche costei vaneggia



Un po' ciascuno, e che diamine! Mica vogliamo lasciare tutto il palcoscenico ai politici!
Oggi, ad esempio, è il turno di Emma Marcegaglia. Nell'assemblea annuale di Confindustria ha proferito affermazioni che lasciano di sasso.

Per carità ha detto anche cose assolutamente condivisibili (una su tutte: "La montagna di crediti delle imprese verso le PA è una patologia insopportabile.I ritardi nei pagamenti, già gravissimi, si sono allungati"), però sono state immediatamente controbilanciate da proposte puramente demenziali!

In prima istanza, quando chiede alle Banche di erogare ancora maggior credito alle imprese.
Pare che in Italia sia pieno di imprenditori: tutti sono convinti di avere idee mirabolanti, e che il lavorare come dipendenti ponga delle pastoie intollerabili alla propria possibilità di successo e gratificazione personale.
Ora, nel Regno di Utopia questo ragionamento non fa una grinza e strappa applausi di ammirazione. Peccato che nel mondo reale ogni tanto sia necessario utilizzare il raziocinio, e che questo aumenti sensibilmente il delta tra il risultato atteso e quello effettivo.

Nella fattispecie, ci sono tante aziende che partono con idee e buona volontà, salvo poi trovarsi ad annaspare con l'acqua alla gola. Questa situazione può scaturire da varie cause non mutuamente esclusive:


  1. Forse l'idea iniziale non era così buona o così originale

  2. Forse si è partiti troppo in grande rispetto alla realtà che si sa gestire

  3. Forse il livello di servizio erogato è scadente, o il prezzo è esoso

  4. Speculazione e malafede varia

  5. ...altro che al momento non mi sovviene...

  6. Un altro piccolissimo dettaglio di poco conto, sul quale tornerò più avanti

Riassumendo, si può dire che se l'impresa non decolla o è in difficoltà, tranne che nell'ultimo caso la colpa primaria è della gestione. A questo punto occorrerebbe che l'imprenditore utilizzasse il raziocinio e capisse che se non è cosa, è meglio lasciar perdere.
Invece no: la penisola è piena di gente che mette in piedi un business, le cose non vanno, lo chiude, ne apre un altro, le cose non vanno, lo chiude, ne apre un altro...e così via!
Per carità, non solo in Italia capitano queste cose...però non mi pare il caso di spronare le banche ad assecondare questi soggetti (magari - naturalmente - con massicce iniezioni di "fiducia liquida" da parte del governo): eroghi un prestito come a tutti i comuni mortali e stop. Se l'imprenditore è bravo e l'azienda prospera, ripagherà il debito e tutti felici e contenti. In caso contrario, tanti saluti, chiuderà baracca e dovrà rendersi conto che forse la sua strada è un'altra...
La vicenda Alitalia non ha insegnato nulla?

Rimane da chiarire quell'ultimo punto, che in qualche modo si riallaccia alla frase della Marcegallia che condivido. In effetti può capitare che alcune aziende si trovino in difficoltà per cause indipendenti dalla propria volontà, quando i clienti sono insolventi, tipicamente perché la loro gestione rientra nei primi 5 punti esposti prima.
Oppure quando viene a costoro concesso di pagare secondo il loro comodo, a 120 giorni ad esempio: questo capita quando si ha a che fare con le grandi aziende che hano assunto un ruolo di "ammortizzatore sociale"...il caso tipico è quello della Nota Compagnia Automobilistica Torinese, meglio conosciuta come Infame Boita Gioanin Lamiera, ma il discorso può essere ampliato ad altre ditte solitamente dirette dagli amicici degli amicici di chi siede in posizioni di governo locale e nazionale.

Ecco, perché la Presidente di Confindustria non invita il Governo a ridimensionare (magari ad eliminare) queste situazioni che, capitassero ad esempio negli USA, avrebbero come naturale esito l'iscrizione del debitore alla procedura fallimentare? (E ancora una volta mi viene in mente Alitalia...per non parlare del "prestito-ponte", riguardo al quale sto ancora aspettando di leggere una qualche spiegazione firmata del perché non sia stato restituito)

Ma è soprattutto l'ALTRO argomento toccato dalla Marcegaglia che mi ha fatto venire il travaso di bile.
Notare il ragionamento sopraffino: "Siamo il Paese con la spesa sociale più squilibrata a favore delle pensioni, per le quali spendiamo quasi il 16% del Pil, contro il 9,5% dei Paesi avanzati. L'unica via sostenibile per difendere le prestazioni previdenziali e reperire le risorse per crescere è ritardare il ritiro dal lavoro''.

Non fa una grinza: evidentemente tutti i giovani che lamentano il fatto di non riuscire a trovare lavoro sono dei poveri rincoglioniti.
Ancora una volta si preferisce agire sugli effetti e non sulle cause, con buona pace della razionalità e nell'interesse di preservare gli interessi personali dei privilegiati delle pensioni d'oro.
Perché non viene invece chiesto al Governo di verificare PERCHE' l'INPS si trovi in queste condizioni, nonché di riesaminare in modo serio l'entità e le tempistiche di erogazione di determinate rendite vitalizie garantite a certe categorie di persone che hanno versato i contributi per 15-20 anni al massimo, senza parlare di quelle percepite dai loschi figuri che abbiano portato a compimento almeno la metà di un periodo di legislazione (e che sicuramente hanno ANCHE uno stipendio parlamentare attualmente)?

Chissà perché non ha invece citato il fatto che i salari in Italia siano i più bassi della Comunità Europea...mah! Non avrà avuto tempo!

In buona sostanza, signora Emma, non Le sto a dire cosa si può fare con le sue proposte, ma Le consiglio di stamparle su carta a doppio velo, altrimenti potrebbero insorgere irritazioni di altro tipo rispetto a quelle espresse qui.
E mi consenta di rimarcare che il fatto che il Premier abbia replicato "Il tuo intervento è una foto assolutamente precisa della nostra situazione e di quanto c'è da fare. E sono tutte cose che noi vogliamo fare" mi riempie di molta, molta, molta apprensione!

19 maggio 2009

Silvio Santo Subito



Qui si è perso il senso del ridicolo...
Quando l'ho visto per la prima volta ho pensato: "Toh, un altro sito che prende in giro il Cavaliere"...poi mi sono tristemente reso conto che tutto ciò è assolutamente vero!

Allora sono andato a leggere la lista dei vincitori del Premio Nobel per la Pace, e sono rabbrividito. Sì perché sinceramente ho grossissime difficoltà a trovare un punto di contatto (sebbene remoto) tra le azioni effettuate dal premier e le motivazioni per le quali i personaggi riportati nell'elenco hanno ricevuto il riconoscimento.

Voglio sperare che questa iniziativa venga arginata dal buon senso di chi dovrebbe presentare e di chi dovrebbe giudicare l'idoneità dei candidati.
Anche se errare è umano...

15 maggio 2009

Costui vaneggia



Ieri sera ho sentito al Telegiornale i commenti di Franceschini al provvedimento di rimpatrio per i barconi provenienti dalla Libia, e riguardo al prossimo Pacchetto Sicurezza.

E il mio pensiero è stato: "Costui vaneggia".

Già alcuni giorni fa, si era dichiarato indignato da chi vuol trasformare i barconi in spot elettorale: sono d'accordo! Infatti dovrebbe smetterla in primo luogo lui stesso, che mi pare il primo a strumentalizzare l'accaduto per attaccare l'esecutivo in mancanza di argomentazioni solide.

Ieri poi la farsa è continuata...facendo leva sul sensazionalismo/pietismo un tanto al chilo, ha proclamato la propria preoccupazione sul fatto che l'obbligo di denuncia per chi ospita un clandestino, costringerà "un anziano che ospita una badante non in regola a denunciarlo" (sic).

Ma...i badanti non dovrebbero già essere TUTTI in regola, secondo le norme introdotte nel 2002 con la sanatoria??? Contro quale "novità" sbraita Franceschini???

Magistrale la conclusione: "Perché, signor presidente del Consiglio, al prossimo G8 non presenta il piano sicurezza ai suoi colleghi e chiede cosa ne pensano?"

Le risposte plausibili sono due:
1) Perché la politica di sicurezza di una Nazione è di competenza di tale Nazione e di nessun'altra (e sarebbe ora che a Bruxelles se ne rendessero conto), in particolare perché chi vive in un posto difficilmente riesce ad avere il polso della situazione che c'è altrove;
2) Per forza che gli altri Paesi non saranno d'accordo con questo decreto! Finché tocca all'Italia fare da parafulmine sulla questione degli immigrati clandestini, non se ne devono preoccupare loro!

Facciamo un po' di chiarezza: qui la questione non è quella che spaccia l'opposizione, ossia la proliferazione di sentimenti razzisti, xenofobi o quant'altro! Si tratta semplicemente di buon senso!

Non è logico che in un paese sia in circolazione un insieme di persone che non hanno possibilità di essere identificati perché non hanno documenti, oppure perché quelli in loro possesso non sono stati controllati attraverso la corretta filiera: e ovviamente di fronte ad un'affermazione del genere ci sarà chi si straccia le vesti gridando alla demonizzazione del povero immigrato o all'occhio del Grande Fratello dello stato di polizia.

Questi allarmismi sono specchietti per le allodole: per salvaguardare la convivenza civile le persone hanno certamente dei diritti, ma anche e soprattutto dei doveri (ed è questo che solitamente risulta indigesto per questi dubbi paladini delle libertà individuali) e delle responsabilità: e per questo è necessario che l'individuo sia censito.

In secondo luogo: se ci chiediamo come mai ci siano continuamente frotte di immigrati che raggiungono il nostro Paese, la risposta fondamentalmente è una. Ossia, perché qualcuno ha inculcato in loro (in buona o cattiva fede, questo è un altro problema) che qui possano trovare lavoro.

Malauguratamente non è così. Che la colpa sia del mercato del lavoro, o delle leggi che regolano attualmente l'occupazione, l'effetto è il medesimo: neanche il 100% degli italiani riesce a trovare un impiego, e l'inserimento di altra forza lavoro dall'esterno non fa che aumentare il problema.
Senza contare che un a persona immigrata in modo irregolare non potrà neppure essere assunta secondo le norme vigenti, alimentando un circolo vizioso di sfruttamento che danneggia sia l'economia sia il tessuto sociale della Nazione.

Purtroppo il problema è molto, molto, molto più complesso di come lo sbandierano Franceschini e i disutili burocrati dell'UE.
Ammesso e non concesso che a qualche politico (di qualunque schieramento) interessi veramente andare al di là del mero spot per la captatio benevolentiae a base di carrettate di political correctness di grana grossa.