10 dicembre 2012

Aridajje


È stata sufficiente la dichiarazione di Berlusconi di volersi ricandidare alla presidenza del Consiglio per portare di nuovo sul proscenio una ridda di vergini vestali (o autoconsiderantisi tali) che, novelle Cassandre, dipingono scenari apocalittici stracciandosi le vesti.
Posso anche capire e condividere in certa misura le critiche e i timori proferiti, principalmente perché il Cavaliere durante i propri mandati ha deluso tutte le possibili aspettative, pensando massimamente ai cavoli suoi e mancando puntualmente ogni possibilità di imprimere una svolta alla deprimente situazione in cui versa l'Italia.

Il vero problema è che il colpo di scena del Berlusca ha riportato il livello dello confronto politico allo scontro frontale tra di lui e chiunque-sia-contro-di-lui (nella istantanea fattispecie Bersani), con buona pace dei programmi elettorali che passano direttamente in secondo piano quando proprio non spariscono nello sfondo della scena.

Bene. Io invece vorrei sentir parlare di programmi.
In particolare vorrei sentire parlare di programmi che contengano i seguenti punti:
  • Progressivo distaccamento dall'Unione Europea e dall'Eurozona, coincidente con un obiettivo di indipendenza economica dell'Italia (il che vuol dire non dover dipendere dall'estero per i beni di primaria sussistenza: commercio limitato ai beni non essenziali e alle eventuali risorse di surplus);
  • In aggiunta al punto precedente, completo svincolo dalle ingerenze di altri paesi (incluso il Vaticano, ovviamente) nella politica interna italiana: ciò vuol dire che ad esternazioni di questo tipo va dato il giusto spazio. Nel bidone dell'umido, possibilmente;
  • Riduzione CON EFFETTO IMMEDIATO (non dalla prossima futura eventuale se mai ci sarà legislatura) del numero dei parlamentari (già più volte qui ipotizzato da 945 a 315) e dei funzionari amministrativi di contorno, passando attraverso un deciso snellimento dell'impianto amministrativo locale (eliminazione di commissioni ad hoc, taglio di enti superflui, quali ad esempio le province - va benissimo lo schema ipotizzato dall'attuale esecutivo -  e lo statuto speciale per le regioni che attualmente ne sono provviste);
  • Per gli Enti locali residui dal passo precedente, sfoltimento del numero di membri di Consigli e Giunte;
  • Illegittimità delle situazioni di cumulo di cariche pubbliche: negli eventuali casi residui per cui sia inevitabile il permanere dell'anomalia, assoluto DIVIETO di cumulo di retribuzioni pubbliche;
  • In materia di retribuzioni pubbliche, istituzione di un meccanismo esterno di definizione degli emolumenti per gli esponenti politici e i dirigenti amministrativi (questo è un punto molto difficile da realizzare in modo che sia equo e non dia origine a meccanismi di "scambi" o "vendette" tra i controllori ed i controllati...ad ogni modo è assolutamente da sanare l'anomalia attuale che consente ai politici di determinare il proprio compenso);
  • Istituzione di un meccanismo di responsabilizzazione per le figure i cui pronunciamenti hanno rilevanza amministrativa, giudiziaria e sanitaria (avvocati, medici, commercialisti, magistrati, forze dell'ordine): nel caso in cui il loro operato fallace abbia causato un danno ad un cittadino devono essere riconosciuti responsabili ed essere sanzionati in prima persona;
Rimangono inoltre validi gli assunti già formulati nel 2008 in questo post e in quest'altro.

Naturalmente ci sono molti altri argomenti su cui è necessario un intervento deciso e che stravolga gli attuali paradigmi istituzionali.
Purtroppo non ho sentito alcuna forza politica in gioco (né quelle emergenti, men che meno quelle consolidate, che hanno tutto l'inteesse nel mantenere lo status quo) esprimere dei propositi non dico identici, ma almeno orientati a raggiungere obiettivi simili.

La strada è lunga e tortuosa.

23 ottobre 2012

Stay choosy, stay hungry (and unemployed)


Sapete benissimo che non nutro grande stima per Ms. Crocodile Fornero (per non dire che non ne ho affatto).
Tuttavia, ha ragione da vendere quando invita i giovani a non essere troppo schizzinosi nella scelta del lavoro, in particolare del primo.
Quelli che il ministro espone sono ragionamenti essenzialmente lineari e logici: quando in giro non si trova lavoro, la scelta è tra ingoiare un rospo e non portare a casa i soldi. Non so voi, ma io preferisco la prima ipotesi.

Nessuno sta dicendo (neanche la Fornero, badate bene) che i giovani non abbiano diritto di cercare il lavoro per cui hanno studiato e che li appassioni completamente. Ci mancherebbe altro.
Il discorso vale a prescindere dalla congiuntura economica, ma a maggior ragione con i chiari di luna attuali non ci si può (e non ci si DEVE) permettere di stare lì ad aspettare che la manna scenda dal cielo: nel frattempo è necessario farsi furbi e cominciare a mettere grano in cascina prima di esaurire i soldi.

Beh, certo che se un soggetto non riesce a concludere il proprio ciclo nel mondo dell'istruzione prima dei 30 anni (magari perché c'è il calcetto...c'è la movida...ci sono le feste della facoltà...ci sono le vacanze a Ibbizza...io sono ggggiovane, mi DEVO divertire...tanto c'è papà che paga sta cavolo di uni che è pure duppalle perché tocca studiare...) il tempo comincia a scarseggiare e diventa impellente la necessità di bruciare le tappe.

Un discorso che il ministro non ha toccato ma che giocoforza è fondamentale, contempla anche l'oculatezza nella scelta del percorso formativo. Volenti o nolenti, il mercato del lavoro (come qualunque genere di mercato) è regolato da meccanismi di domanda e offerta.
La logica vuole che sia più fruttuoso intraprendere un corso di studi che porti (per quanto l'università italiana NON SIA IN GRADO di preparare gli studenti al mondo del lavoro) ad una specializzazione di cui c'è carenza nel mondo dell'impiego.

Beh, certo che se un soggetto decide di iscriversi a Lettere Antiche o Filosofia (magari perché gli ingegneri sono nerd...non voglio mica fare il ragioniere come quelli di Economia...eh ma io sono creativo nella pittura o nella poesia...e che palle tutte quelle formule, non c'ho testa...ma io sento che la mia vocazione è quella di insegnare...e poi, diciamocelo, a Ingegneria non c'è la figa che trovi a Scienze Politiche...) dovrebbe essere anche disposto ad assumersi il rischio di rimanere a piedi una volta ottenuto il famigerato pezzo di carta.

Amareggia (ma non stupisce) constatare invece che determinate forze politiche abbiano contestato le affermazioni della Fornero, non riuscendo a guardare oltre la propria pervicacia e i propri preconcetti, sempre ad aspettare che ci sia uno Stato-Papà che debba provvedere ad imboccare i figliuoli anche quando questi dovrebbero già aver raggiunto l'età matura (ad esempio Adriana Poli Bortone che stigmatizza come i giovani siano «delusi dalle mancate risposte che noi politici e il governo non abbiamo saputo dare»...spiegatemi che c@§§o c'entra...).

Nichi Vendola poi ha parlato di “tecnica dell’arroganza” adottata dal ministro: a me sembra ben più arrogante chi pretende di avere la pappa pronta sempre, in particolare attendendosi che il Governo crei posti di lavoro dal nulla anche quando NON CE N'E' RICHIESTA SUL MERCATO (le migliaia di candidati per pochi posti di insegnante sono un lampante esempio).

La butto lì: estremizzando, potrebbe invece essere un utile strumento di governance e di responsabilizzazione della popolazione l'istituzione di una misura ufficiale della domanda di un certo tipo di figura professionale, in correlazione ai percorsi formativi scolastici disponibili (naturalmente con orizzonte comparabile alla durata sensata di un corso di studi): nel caso in cui uno studente decidesse di imbarcarsi in un percorso che forma competenze professionali non adeguate allo scenario lavorativo del periodo (es. quinquennale), e che quindi ricada nelle basse posizioni della lista, si potrebbe pensare di esonerarlo da alcune prerogative tipo il diritto di voto fino a quando non abbia trovato un impiego (o comunque in relazione al numero e alla distribuzione spettrale di colloqui intrapresi).
Troppo duro? Eh ma signori, non si può neanche stare ad aspettare indefinitamente la grazia divina rinchiusi nella torre d'avorio della propria formazione accademica.

Sempre secondo Vendola, la Fornero sarebbe rea di “aver detto ai giovani arrangiatevi’”: caro il mio Nichi, non siamo nel mondo dei Puffi né nell'idilliaco universo di Star Trek dove uno può sbarcare il lunario facendo il poeta...nel mondo reale CI SI DEVE arrangiare!
Capisco che i politici abbiano della difficoltà ad afferrare il concetto tanto quanto un essere umano ha difficoltà ad immaginare un universo in quattro dimensioni...ma comunque stiamo parlando di GIOVANI, non di LATTANTI...e sarebbe ora che scendessero dalle nuvole e si dessero una svegliata!

17 luglio 2012

Ma chi fa la review della spending review?


Leggendo gli ultimi proclami del (coacervo di farabutti che per comodità e brevità chiameremo) Governo, c'è di che rimanere veramente di stucco.

Si profila innanzitutto un taglio quasi totale dei finanziamenti alle Regioni per il trasporto pubblico.
Poi, come se non bastasse, altra mazzata pesante ai fondi per la sanità...

A questi provvedimenti che lasciano decisamente perplessi, si aggiunge in data odierna una sparata degna dei film di Mel Brooks: un accorpamento delle festività e un taglio generalizzato al monte ferie per aumentare il Pil...

Quest'ultima trovata in particolare mostra decisamente la corda e si palesa per quello che è veramente: il raschiamento del barile.
A prima vista parrebbe che gli espertoni finanziari non abbiano la più pallida idea di dove risiedano effettivamente gli sprechi in Italia, e che quindi abbiano deciso di attaccare il bersaglio grosso per portare a casa un maggior risultato nel minor tempo possibile.
In verità la spiegazione potrebbe essere un'altra.

C'è sicuramente un'ottima probabilità che Monti e i suoi sgherri siano più cialtroni di quel che ci viene raccontato, per carità...però secondo me sono soprattutto in malafede.
Ossia: a loro non frega NIENTE dei cittadini italiani.

Il mestiere di un buon governo dovrebbe essere quello di assicurare ai propri cittadini i servizi fondamentali per agevolarne la vita e fare in modo che essi possano contribuire maggiormente allo sviluppo del paese.
Invece costoro pensano che rendendo più difficile lo spostamento dei pendolari, abbassando il livello delle prestazioni sanitarie e riducendo le giornate libere dei lavoratori, magicamente questi ultimi diventeranno più motivati e produttivi...mah, io ho i miei dubbi.

In verità i suddetti signori sono comodi.
Sì, perché è facile tagliare i supporti alla cittadinanza: più difficile andare a toccare i privilegi della classe "dirigente" (seh) e la rete dei favoritismi/nepotismi/clientelismi ormai radicata da decenni nel nostro Paese.

Certo, perché tanto i cittadini possono parlare, sbraitare, dimostrare, ma tanto non cambierà nulla. Non sono i cittadini che hanno il potere di decidere.
Come dite? Eh, ma i cittadini possono esercitare il diritto di voto.
Sì, certo.
Poi però le liste sono chiuse e - grazie alla legge "Porcellum" - sono i partiti a decidere chi va in Parlamento.
E inoltre per le elezioni amministrative e politiche non c'è il quorum: vince chi ha la maggioranza (calcolata secondo le regole astruse in vigore) anche se si trattasse di esaminare 1000 voti.

E allora mi dite: basta votare il Movimento 5 Stelle.
Sì, certo.
Magari vediamo prima come va a finire la gestione della Giunta Comunale di Parma...
Poi vediamo magari quanto resisteranno a Palazzo Madama e a Montecitorio prima di indulgere nei medesimi frizzi e lazzi dei loro predecessori...

Perché il malcontento del popolino va e viene: ci sono le Olimpiadi, il Campionato, i Mondiali...e chi ci pensa più a quegli stronzi di politici?
I politici sono l'unica certezza fissa ed immutabile di casa nostra.

Altrimenti non mi spiego come mai Monti & C. abbiano deciso di tagliare sanità e trasporti mentre vedo ancora almeno 630 PARLAMENTARI DI TROPPO (per non parlare di segretari, assistenti, lacché, portaborse, autisti e valletti vari)...

Non sono un entusiasta degli Stati Uniti, ma almeno devo dire che le proporzioni del sistema politico in questo caso sono esemplari.
A fronte di un'estensione territoriale pari a 30 volte quella italiana, e ad una popolazione almeno quintupla, hanno UN TERZO dei senatori e DUE TERZI dei deputati...magari fatevi una review su questo dato di fatto!

03 maggio 2012

The waste to end all wastes


Sono così depresso dalle finalità e dalle metodologie dell'attuale CDA d'Italia (non si può chiamare "governo") che finora ho limitato i post, perché ritengo che le loro azioni si commentino da sé (tanto che sembra che anche alcuni irriducibili farlocchi stiano cominciando ad aprire gli occhi).

Tuttavia l'episodio in questione è talmente grottesco e macroscopico che è impossibile derubricarlo.
E quindi il Tecnovampiro Monty ha deciso di tagliare gli sprechi dell'amministrazione pubblica. Bene. Bravo. Bis.
"Spending review" la chiama. Bene. Bravo. Bis.
E come ha deciso di agire il premier? Isituendo una commissione di ministri per valutare gli sprechi, e ingaggiando il manager Enrico Bondi (risanatore di Montedison e Parmalat) quale Commissario straordinario «per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi, con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo». Male. Cialtrone. Stop.

Dico: era proprio necessario ingaggiare un ulteriore esterno e pagarlo quindi con i soldi dello Stato? Non c'erano già sufficienti "tecnici" all'interno di esecutivo e rispettivo entourage?

Ma se già la forma è discutibile, il contenuto è scandaloso.
Pare infatti che "saranno esclusi dai tagli Quirinale, Consulta e Parlamento. Si tratta di organi che hanno un'autonomia, che si estende anche agli aspetti economici, riconosciuta a livello costituzionale". Ah beh, ma allora che parliamo a fare?
La prima cosa da fare sarebbe tagliare il numero dei parlamentari da 945 a 315, con il conseguente esercito di portaborse, collaboratori, lacché, autisti, e via dicendo (ragionando pesantemente sui loro emolumenti e indennità)...quindi cominciamo subito ciurlando nel manico.
(Il fatto che l'autonomia economica sia riconosciuta a livello costituzionale, poi, non fa che rafforzare la mia ipotesi sull'obsolescenza ed inadeguatezza di quel pezzo di carta che tutti venerano come sacro ed immutabile - salvo inserire in fretta e furia norme come l'obbligatorietà del pareggio di bilancio che in generale sarebbe una buona norma, ma in questo momento storico rischia di affondare ulteriormente le risorse economiche della popolazione italiana).

Ma andiamo avanti. Si parla di "ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti", e questo ci sta.
Non capisco però cosa si intenda con "riduzione delle società pubbliche": si tratta della riduzione delle spese per le locazioni, oppure si intende chiudere aziende a partecipazione pubblica, lasciando a casa dei lavoratori? Quest'ultima ipotesi, nel momento storico attuale, mi sembrerebbe una scelta molto preoccupante: non è proprio il caso di creare ulteriore disoccupazione.

Ancor più preoccupante è l'ambito di intervento previsto: sanità e scuola...ossia due delle realtà più disastrate del nostro Paese.
Piuttosto sconcertante è l'approccio riguardante la salute. Come riporta La Stampa:

Il ragionamento è più o meno questo. Oggi un italiano su due è esente dai ticket. In media spendiamo 60 euro l’anno di ticket ma per chi «consuma» realmente sanità l’esborso sale a oltre 500 euro. Aumentare i ticket in queste condizioni significherebbe chiedere a parte dei cittadini mille e più euro l’anno. Troppo. Ecco allora le franchigie commisurate al reddito Isee, magari corretto in funzione dello stato di salute dell’assistito. Una specie di «sanitometro» insomma.

L'ipotesi dei tecnici è di fissare la franchigia al 3 per mille di questo reddito. Così, spiegano, un pensionato con soli 10 mila euro pagherebbe i primi 30 euro di spesa, un lavoratore con 40 mila euro pagherebbe una franchigia di 120 euro, che salirebbe a 300 per un professionista con 100 mila euro di reddito. 


Si riassume con un'unica parola: "BESTIALITA'" (ce ne sarebbero altre ben più volgari).
In primo luogo perché, come al solito, si agisce sulla conseguenza invece che sulla causa.
Trovo profondamente ingiusto togliere l'esenzione a chi già si deve sottoporre costantemente a pletore di esami e trattamenti per patologie gravi.
E nutro parecchie perplessità su come potrà essere applicato il "sanitometro", soprattutto in virtù della proporzionalità al reddito.

Ritengo che sarebbe molto più incisivo scovare chi gode di esenzioni, invalidità, annessi e connessi SENZA AVERNE DIRITTO, andare a pizzicare in modo sistematico quei medici compiacenti che rilasciano tali agevolazioni, o che (come anche recentemente svelato da alcuni servizi di Striscia la Notizia) erogano prestazioni in regime privato negli orari in cui dovrebbero prestare la propria opera presso il Servizio Sanitario Nazionale.

Ma ormai non mi stupisce più nulla.
Neanche il fatto che i benpensanti che ad ogni parola di Berlusconi erano pronti a scendere in piazza o a stracciarsi le vesti in diretta tv adesso se ne rimangano muti e imperterriti davanti a queste iniziative che sono molto più pericolose per gli italiani rispetto al "bunga bunga" dell'ex-premier.

15 febbraio 2012

Games over


Per una volta (non credo diventerà un'abitudine) sono decisamente d'accordo con Mario Monti quando dice che sia opportuno lasciar perdere la candidatura di Roma alle Olimpiadi.
Certo, in un primo momento mi son lasciato prendere anch'io dal patrio orgoglio, e ho sentito un moto d'indignazione: "Ma come osa costui dire che non siamo adeguati a ospitare un evento del genere? Mettere in discussione il nostro prestigio internazionale? Ipotizzare che non saremo mai capaci di affrancarci dal malcostume degli sprechi, delle costruzioni raffazzonate, della malafede?"

Poi mi sono reso conto che la mia posizione era in tutto e per tutto simile a quella di coloro che hanno le pezze al culo però devono sfoggiare l'auto nuova ogni tot mesi, oppure organizzare megaricevimenti per battesimi e prime comunioni firmando quintali di cambiali.
Per cosa? Per dimostrare agli altri di non essere da meno (e anzi, magari di essere superiori, che non guasta mai...)

E alla fine mi sono detto: non è un ragionamento lucido, non devo andare in bolletta io per dimostrare qualcosa agli altri! Chissenefrega di quel che pensano gli altri.

Del resto Monti in questo caso ha utilizzato un metodo analitico e, una volta tanto, mira ad agire sulla causa invece che aspettare e gestire gli effetti.
Cifre alla mano, ha constatato che il divario tra preventivo e consuntivo per la realizzazione di queste kermesse è tale (almeno nei casi recenti) e talmente imprevedibile da costituire un serio rischio per la stabilità dell'economia innanzitutto locale e in secondo luogo di tutta la nazione.

I dati parlano chiaro: Londra sta affrontando un totale di spese superiori del 30% rispetto al preventivato, la Grecia (piove sul bagnato) si è ritrovata un +6% sul debito pubblico derivante dai Giochi del 2004...
Tanto per rimanere a casa nostra, Torino è in perdita di milioni di Euro per l'evento del 2006 (25 milioni di passivo solo per l'esecrando Toroc dell'altrettanto esecrando Castellani).

Qualcuno obietterà: "Eh, ma le manifestazioni di questo genere forniscono l'occasione per realizzare infrastrutture che costituiscono un valore aggiunto per la comunità, per non parlare dei valori dello sport bla bla bla bla bla..."
Ah sì?
Infrastrutture tipo la Metropolitana di Torino? Sicuramente utile (ne sono un assiduo utilizzatore e sono ben contento che ci sia), ma sarebbe stata da realizzare PRIMA, senza la FRETTA determinata dalla data dell'evento, e di conseguenza con maggior attenzione ai MATERIALI e alle TECNICHE REALIZZATIVE (dopo soli 6 anni emergono tutte le magagne: scale mobili perennemente ferme - e ora scoprono che tutto il lotto era difettoso...bravi! - coibentazione difettosa delle tubature con conseguenti allagamenti dovuti al gelo/disgelo, tabelloni informativi e multimediali costantemente in tilt...)!
Infrastrutture tipo la pista di bob di Cesana? Costruita per ospitare le gare di bob, skeleton e slittino, costata più di 60 milioni di Euro, prenotata da varie nazionali per gli allenamenti ma mai sfruttata per cause tecniche (tre compressori su quattro rotti, e quello rimasto in funzione si è rivelato insufficiente per ghiacciare tutta la pista), e definitivamente chiusa l'anno scorso.
Infrastrutture tipo il Resort di Pragelato? Una cattedrale nel deserto da 120 posti, chiusa sia in inverno che in estate, e gestita dal 2006 a fine 2009 dalla Heuston Hospitality Srl FALLITA...

Ecco, alla luce di questi scempi devo dire che l'idea di Monti è tutt'altro che campata in aria.
Del resto basta prendere ispirazione da altri paesi europei: Belgio, Olanda, Svezia, Finlandia...hanno organizzato gli ultimi megaeventi sportivi negli anni '20...al massimo negli anni '50...e la loro situazione economica tutto sommato non presenta particolari patemi (anche se 3 su 4 sono stati irretiti nella truffa dell'Euro).
Magari non è l'unico motivo, ma diciamo che ha contribuito ad evitare lo sbraco...