22 novembre 2011

Monty Jones e gli Zerbini Adoranti

Ho letto il minieditoriale "Barometro" che campeggia oggi sulla prima pagina di Metro e, come sovente mi accade con le esternazioni del direttore Michele Fusco, ho provato un forte fastidio.

Lo riporto per imperitura memoria:
La domenica equivoca e dissoluta del Professor Mario Monti - messa a mezzogiorno nella Chiesa di Santa Maria in Aquiro e successiva visita alle Scuderie del Quirinale insieme alla signora Elsa con tanto di regolare biglietto - non poteva che provocare la dura risposta dei mercati (-4,74 la Borsa di Milano!), ai quali evidentemente non fa differenza l'odore di incenso o di olgettina. Ma insomma, cosa bisogna fare per piacere agli altri?

L'articolo si presta a due considerazioni distinte.
La prima: welcome to reality!
Vi state finalmente rendendo conto che lo spread, il rating e compagnia cantante NON HANNO ALCUNA RELAZIONE CON IL PANORAMA POLITICO?
Sono parametri assolutamente farlocchi, che sono serviti esclusivamente da scusa all'UE per puntare il dito verso Berlusconi in modo da invitarne la sostituzione con un loro uomo di fiducia!

E qui mi aggancio alla seconda considerazione: mentre accadeva tutto ciò, voi GONZI applaudivate, facevate i caroselli in città, stappavate lo spumante, cantavate "Bella ciao"...
Sinceramente non capisco tutta questa smania di piacere, soprattutto quando l'oggetto di tanta attenzione sono le Banche, peraltro ESTERE...
Ci stiamo consegnando legati e imbavagliati alle Banche tedesche e francesi, che succhieranno tutto il succhiabile dal nostro Paese per farsi rimborsare il fantomatico debito (quando - come hanno fatto notare più volte persone più esperte di me dei meccanismi economici - la soluzione sarebbe stata la ristrutturazione del debito, con conseguente uscita dall'Euro e svalutazione della nuova moneta locale, gudagnando così subito un +9,6% del PIL e favorendo le esportazioni), e voi non vedete l'ora di presentarvi ai nuovi padroni con l'abito della festa, tutti belli sorridenti e impomatati.

Eh, ma questi sono più distinti del crasso sardanapalo che dimorava prima a Palazzo Chigi.
Questi non fanno fare brutta figura nei circoli "bene".
Questi non fanno i puttanieri.

No, questi fanno i MAGNACCIA, di classe ma MAGNACCIA.
E le puttane saremo noi. Senza neanche guadagnarci.

Vi conviene rispolverare i cartelli di un po' di tempo fa, dove dichiaravate "Io non sono un coglione" e metterli bene in vista.
Sì, perché uno che vi giudicasse dai vostri comportamenti potrebbe averne un'impressione diversa.

13 giugno 2011

Il grande quorum degli italiani

Pare quindi che il quorum sui quattro quesiti referendari riguardanti la privatizzazione dell'acqua, l'energia nucleare ed il legittimo impedimento sia stato raggiunto.
Di per sé (e lo dico soprattutto ai signori del PdL che vagheggiavano l'astensionismo selvaggio) è una buona notizia: è giusto e soprattutto sensato che gli abitanti di una nazione, qualora siano chiamati ad esprimersi su argomenti di pubblico interesse, diano il proprio riscontro nelle sedi appropriate.
Siano dichiarazioni di "Sì", "No" o "Non so cosa rispondere" non importa: è una buona cosa che un elettore si rechi alle urne quando gli viene chiesta una decisione in merito.

Il problema è piuttosto capire perché si sia deciso di far dirimere questioni di tale complessità economica e scientifica attraverso un voto popolare pensando che la gente abbia capito appieno le implicazioni del proprio voto.
Perché vorrei proprio capire: dov'era il meraviglioso e illuminato popolo italiano quando il referendum sul premio di maggioranza per i partiti non ha raggiunto il quorum?
Dov'era quando è stata votata la legge che aggira il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati?
E quando è stato fatto lo stesso con il finanziamento pubblico ai partiti?

Qualcuno all'epoca disse: "Mah, non capisco cosa sia questa roba su cui bisogna votare...non penso che andrò..."
Un bel chissenefrega, insomma.

E volete dirmi che una persona  che non riesce a capire le implicazioni dell'Abrogazione della possibilita' di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste, dell'Abrogazione della possibilita' di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste, e soprattutto dell'Abrogazione della possibilita' per uno stesso candidato di presentare la propria candidatura in piu' di una circoscrizione abbia invece chiarissime nella mente le conseguenze e le implicazioni dal punto di vista politico ed economico dell'Abrogazione della modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, dell'Abrogazione parziale della determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito, dell'Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare o dell'Abrogazione delle norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale?

Secondo me no.
Ma c'è una differenza tra i referendum del 2009 e quelli attuali: all'epoca nessuna forza politica ha azionato la grancassa mediatica per sottolineare l'importanza istituzionale dei quesiti e l'alto civismo che avrebbe dimostrato chi si fosse recato alle urne.

Perché? Ma perché i risultati di quel referendum sarebbero andati a toccare sul vivo gli interessi di tutto l'arco costituzionale TRASVERSALMENTE.
Qui invece c'era la possibilità di sfruttare fino all'osso il significato politico della consultazione, e così è stato fatto, soprattutto perché è stato ribadito in modo più o meno velato che un plebiscito di SI' avrebbe finalmente fatto capire all'Arcinemico di Arcore che il suo tempo è finito.
(NdBG: non funziona proprio così, ma non ditelo a Bersani)

Quindi la grancassa mediatica impostata sul tifo sfegatato, unita al sensazionalismo suscitato dalla catastrofe di Fukushima (e a parecchia disinformazione megafonata dall'una e dall'altra parte politica) hanno fatto sì che ci fosse il boom di affluenze.

E quasi sicuramente avrà vinto il sì, e quindi l'Italia (per LEGGE) dovrà rinunciare a sfruttare una potenziale fonte di energia (cosa che difficilmente potrà permettersi di fare), per dirne una.
Ma intanto, vuoi mettere la soddisfazione di averlo messo nel gnao al Berlusca?

14 aprile 2011

Cavolate di Bruxelles


Chi mi conosce sa che io sono profondamente antieuropeista: trovo assurdo dover per forza far parte di un gruppo che si prefigura come "esclusivo" avendo poca o nulla voce in capitolo.
Come evidenzia Uriel nel suo post, l'UE è di fatto una alleanza di nazioni, in cui però alcuni sono "più uguali degli altri" per dirla con Orwell, ossia si arrogano il diritto di fare e disfare le regole a proprio piacimento, indulgendo peraltro nel vezzo di puntare l'indice sdegnato verso i comportamenti altrui quando ci sono dei problemi contingenti da risolvere.

Per questo comprendo la reazione del ministro degli Interni Maroni, anche se è stata esternata sicuramente con intento provocatorio. E devo dire che questa mossa è decisamente riuscita, almeno in questa prima fase, perché ha cominciato a sgretolare la facciata (di bronzo) dei notabili mitteleuropei costringendoli a fare degli equilibrismi dialettici sull'interpretazione di norme peraltro abbastanza chiare quali gli accordi di Schengen.

Per lo stesso motivo mi trovo fortemente in disaccordo con i toni catastrofisti dell'editoriale di Maurizio Guandalini (economista del quale solitamente stimo e condivido le riflessioni) su Metro, e l'eco altrettanto scandalizzata che gli fa il direttore Michele Fusco nella replica alla lettera di un lettore.

Secondo il parere dell'editorialista, il fatto che l'Italia faccia parte dell'UE è la manna dal cielo, ad un'incollatura dal nirvana della beatitudine...l'unico modo in cui la nostra indegna, sempre indegna nazione, può sopravvivere nel consesso civile...
Dice Guandalini che "oggi se non fossimo in Europa andremmo tutti schisi schisi con cerotti per coprire le ferite delle tempeste finanziarie. Con il debito che ci ritroviamo gli speculatori ci avrebbero azzannati. Triturati. E ci sarebbe la disperazione sociale. Avrebbero scavato nei risparmi delle famiglie che è il solo caveau assicurativo di un futuro solido."
E risponde Fusco: "Basterebbero pochi mesi per indebolirci come Paese, frantumarci politicamente, farci sopraffare da economie emergenti, non avere il controllo esterno sui nostri conti di bilancio, in una parola andare a giocare in promozione."

Però, che punto di vista asettico e assolutamente non sensazionalistico! Se non avessi di fronte il titolo del giornale crederei di stare leggendo l'Incarto del Pesce!
E - soprattutto nelle parole del direttore - che fiducia smisurata sulla capacità degli italiani stessi: cioè, se non avessimo i grandi d'Europa che ci tengono manina e controllano che non facciamo i birichini con i soldini della paga, saremmo inesorabilmente, senza speranza e definitivamente sul lastrico.

C'è però da dire una cosa.
Provando a leggere al di là del velo di ineluttabilità, e sostituendo le diapositive di Shangri-La con quelle più realistiche di Parigi, Bruxelles, Berlino, etc...la relazione di Guandalini ha senso se la interpretiamo come una fotografia dell'istante attuale.
Dopo almeno 60 anni di bel governo e scelte ponderate ed oggettivamente oculate come solo sanno fare alcuni eletti del Belpaese (oltre a fare bene l'amore, fà ride e fare il caffé, naturalmente), è oggettivo che i conti nazionali siano un po' pericolanti.
Siamo con le pezze al culo ed effettivamente senza la rete di sicurezza europea saremmo messi decisamente male: però questo dev'essere uno sprone ad uscire da tale situazione, non un corroborante all'immagine suadente di Shangri-La!
L'adesione all'UE in queste condizioni deve rappresentare una soluzione di piccolo cabotaggio, una situazione temporanea mentre si lavora per risolvere il problema, non l'obiettivo finale, il risultato da raggiungere a tutti i costi, anche e soprattutto a scapito della dignità nazionale.

Io vorrei un governo che (invece di perdere tempo con il Lodo Alfano, il Processo Breve e altre minchiate simili, utili solo in chiave utilitaristica per spazzolare via le magagne dell'illustre PresDelCons) si sedesse attorno ad un tavolo con la situazione economica sott'occhio e dicesse: "Signori, così non possiamo andare avanti: siamo legati mani e piedi agli altri. Dobbiamo uscire da questo stallo!"
Perché in questo momento la nostra sovranità nazionale è solo sulla carta.
In campo economico Francia, Germania e anche UK e USA dettano legge e noi zitti perché siamo in debito.
In campo politico le prime due fanno e disfano le regole a proprio piacimento e noi zitti perché siamo in debito.

Adesso basta!
Io voglio un governo il cui obiettivo primario sia l'autonomia economica dell'Italia.
Dobbiamo essere in grado di produrre le risorse necessarie per il fabbisogno interno. Il commercio e gli scambi con l'estero sono naturalmente fondamentali e auspico ce ne siano sempre di più. Però devono rappresentare un surplus: dobbiamo arrivare ad una situazione in cui non faccia particolare differenza se ci siano o meno le relazioni economiche con le altre nazioni.

Ogni volta che formulo un pensiero analogo, i Giusti si stracciano le vesti (sghignazzandomi in faccia) sostenendo che è uno scenario utopistico e non ce la potremo fare mai.
Certo, non credo che sia un risultato raggiungibile subito, ci vorranno MOLTI anni.
Però dobbiamo cominciare a fare qualcosa in tal senso.
Saranno ovviamente necessarie misure drastiche ed impopolari.
Possiamo e dobbiamo individuare i rami secchi e tagliare senza pietà.
Idem dicasi dei soldi allocati senza senso (alcuni esempi? i soliti: ridurre ad un terzo il numero dei parlamentari...revocare una volta per tutte i benedetti statuti speciali di determinate regioni...e altri che ripeto costantemente fino a sembrare un disco rotto).

Io voglio votare un governo che abbia quella missione in testa.
Nell'attuale panorama politico non vedo alcun interesse a muoversi in tal senso (o forse no?)...finché sarà così, la mia scheda nell'urna sarà costantemente NULLA.

28 marzo 2011

Immigrazione: pregasi accendere il cervello

La situazione che si sta concretizzando a Lampedusa in seguito all'emigrazione di massa dalla Libia per la guerra civile è assolutamente seria e problematica.
Volenti o nolenti, i centri di accoglienza stanno per collassare e veramente non si sa dove ospitare i rifugiati.

Fortunatamente il geniale ministro Frattini ha estratto dal cilindro la formula magica per rimettere tutto a posto: elargire "fino a 2.000 o magari 2.500 dollari" (ipse dixit) a ciascun immigrato che accetti di tornare indietro.
Va a questo punto riconosciuto a Frattini di essere un uomo di intelligenza non comune (a voi decidere se per eccesso o per difetto): infatti questa semplice frase contiene non una, ma ben due castronerie gigantesche!

Innanzitutto: secondo lui una persona che è scappata da un posto dove c'è la guerra civile, fischiano i pallettoni e dal cielo piove anche roba più pesante (grazie anche e soprattutto all'INDEBITA ingerenza dei Cavalieri del G8), messa di fronte a "fino a 2.000 o magari 2.500 dollari" (ipse dixit), non vedrebbe l'ora di rituffarsi nell'inferno che si è lasciato alle spalle!
Ah beh, il ragionamento non fa una grinza: ne fa MOLTE DI PIU'...e continuerebbe a farle anche nel momento in cui tale cifra venisse moltiplicata per 10 o per 100...a meno di essere un mercenario, non c'è cifra al mondo che mi convincerebbe a tornare in un posto dove ogni secondo si rischia la vita e dove le condizioni erano pessime prima del conflitto, figurarsi dopo!

Ma anche supponendo che gli immigrati abbiano il cervello più fulminato di quello del ministro, costui mi userebbe la cortesia, di grazia, di spiegarmi DA DOVE intenderebbe attingere per trovare questi fantomatici "fino a 2.000 o magari 2.500 dollari" (ipse dixit) a cranio?
Voglio sperare che quando ha formulato tale proposito avesse in mente di autotassare se stesso e i suoi colleghi parlamentari, perché le uniche altre alternative che vedo sono 1) tagliare i fondi a qualche altra infrastruttura; 2) imporre una nuova tassa ad-hoc (perché non un'accisa sul carburante? tanto una più, una meno...)
Meno male che il suo collega Maroni (che ritenevo persona intelligente e sensata, ma evidentemente chi va con lo zoppo impara a zoppicare) sostiene che «il rimborso finale spetta alla Commissione Europea che dispone di un fondo ad hoc»...come no? Già mi vedo i papaveri di Strasburgo darsi di gomito e replicare "Sì, sì, certo...ma nel frattempo anticipate pure voi, vah, che poi vi rimborsiamo"...

Eppure una soluzione (anche se nel breve periodo) c'è: quella di riconoscere per tutti gli immigrati che arrivano lo status di rifugiato politico.
In questo modo, essi potranno legittimamente varcare i confini nazionali* e cercare una sistemazione anche negli stati adiacenti la penisola, come hanno già cercato di fare nei giorni scorsi quando la Francia, la magnanima Francia, la culla dell'Europa Unita, quella che sostiene che bisogna accogliere i rifugiati (vedasi alla voce "fare i ricchioni col culo degli altri"; altri-> vedasi "Italia"), ha pensato bene di opporre il veto e ricacciare indietro i nordafricani ("A noi l’Italia non interessa. Siamo di passaggio, vogliamo andare in Francia", ipsi dixerunt).

Siamo stati fagocitati dall'UE? E allora perché non cerchiamo di metterne in pratica le leggi una volta tanto per farci aiutare, tanto per cambiare?

* ok, con visto analogo a quello turistico e di durata pari a 90 gg...ma sapete in 90 gg quante cose cambiano...

24 marzo 2011

FUS la volta bbuona che finiscono ACCISI...

(La didascalia della foto, presa dal quotidiano Metro, recita: "Flash mob ieri degli studenti delle scuole di danza davanti a Montecitorio prima del reintegro del Fus"...oh, ce ne fosse uno sincronizzato con l'altro...forse dovrebbero applicarsi di più!)

Devo dire che giorno dopo giorno mi sento sempre meno rappresentato da questa accozzaglia che siede in Parlamento, e che sforna provvedimenti che definire sensati è un paradosso...

L'ultimo esempio è relativo al finanziamento del Fondo unico per lo spettacolo.
Le finalità del Fondo sono il "sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese operanti in cinema, musica, danza, teatro, circo e spettacolo viaggiante, nonché per la promozione ed il sostegno di manifestazioni e iniziative di carattere e rilevanza nazionale in Italia o all'estero."

Tutto ciò è molto lodevole dal punto di vista culturale (lo sarebbe di più se quanto viene prodotto fosse veramente di qualità, ma questo è un altro discorso), e per tale motivo condivido in qualche misura che fosse necessario scongiurare i tagli che potevano pregiudicare il funzionamento di benemerite istituzioni dedite alla cultura delle arti nel nostro Paese.

Dico "in qualche misura" perché il discorso è analogo a quello che ho sempre sostenuto sul precariato degli insegnanti nella scuola: siamo SICURI che l'offerta non superi la domanda? Siamo SICURI che siano state individuate (e corrette) tutte le cause di spreco in tali settori?

Io lo spero, ma ho tanto paura che non sia così (sto toccando con mano lavorativamente che nei Ministeri italiani l'ottimizzazione dei costi e delle risorse - per non parlare della semplice comunicazione tra i vari Enti in modo che uno sappia cosa sta facendo l'altro - non è proprio una prassi seguita in modo assiduo)...

Ma pur supponendo un comportamento virtuoso da parte del Ministero (il quale nel frattempo deve aver avuto il suo bel overhead amministrativo con le dimissioni di Bondi...e queste cose non sono propriamente di ausilio nella gestione dell'operatività quotidiana!), non riesco comunque a capire perché tale finanziamento sia dovuto arrivare gravando ancora una volta sulle tasche dei contribuenti, istituendo l'ennesimo balzello!
Subdolo, peraltro, perché va ad installarsi su un bene di consumo di cui - volenti o nolenti - praticamente tutti dobbiamo acquistare notevoli quantità con cadenza pressappoco settimanale.

Così, invece di buttare a mare le attuali che sono prive di qualunque motivazione accettabile*, il governo ha colto l'occasione per aggiungere l'ennesima accisa sul carburante!
La scelta del momento storico ha poi le caratteristiche della genialità: proprio in un periodo in cui il prezzo della benzina sta salendo vertiginosamente (e anche lì le motivazioni sono sempre ben poco convincenti...se il prezzo del petrolio al barile sale, la benzina sale perché eh beh, è chiaro, bisogna far fronte all'aumento...se il prezzo del petrolio scende, la benzina NON scende perché eh beh, è chiaro, le compagnie di carburanti dovran ben ammortizzare la spesa che hanno fatto per le grandi quantità di benzina quando il prezzo del petrolio era alto...), la decisione di aumentarne ulteriormente la tariffa mi pare assolutamente azzeccata!

Magari l'obiettivo del governo (che non si è mai espresso in toni entusiastici verso queste attività artistiche, molto più in sintonia con l'ideologia del PD**) era proprio quello di far passare il provvedimento come una forzatura agli occhi dell'elettorato, ribaltando sui cittadini l'onere ("Eh, guardate questi qua che ci costringono a vessarvi per avere i soldi!").

Però, con la miopia tipica dei governanti italici il cui bilancio familiare non viene certo turbato da una fluttuazione di un paio di centesimi su un bene di consumo*** - soprattutto quando comparato all'entità della voce "entrate" della prima nota, non hanno pensato che così facendo si sarebbero dati la zappa sui piedi...

Eh sì, perché all'elettore potrebbe anche venire in mente che ci sarebbero state strade alternative per rimediare buona parte dei finanziamenti necessari...ad esempio, che so io, rivedendo lo status delle Regioni a Statuto Speciale tagliando in modo consistente le sovvenzioni che erano state originariamente concepite per aiutare questi territori in quanto "di frontiera" (ragionamento che al giorno d'oggi non ha ormai più alcuna validità, se mai ce l'ha avuta in passato)...oppure scremando il monte-emolumenti per quei simpatici personaggi che amo definire "policulici", data la propria abilità nell'accaparrarsi molteplici poltrone in posizioni altolocate e sempre molto troppo ben retribuite presso Enti ed utilities varie...oppure ad esempio ritirando le truppe che continuano a stazionare nelle varie INUTILI campagne di "esportazione democrazia" (Afghanistan, Iraq, Kosovo, a breve sicuramente la Libia...dal Libano siamo già andati via o no? mah?)...ci sono parecchie altre aree di intervento, se uno avesse la VOLONTA' di cambiare la situazione...

E lo stesso elettore potrebbe sempre dire agli attuali governanti: "E voi, con tutte queste possibilità per recuperare del denaro da destinare alla cultura, dovevate proprio venire a pescare ulteriormente nelle mie tasche? Ma non eravate voi a sostenere la necessità di ridurre le tasse perché inconcepibilmente alte? Allora a sto punto tanto valeva votare PD!"

O no?

* grazie a Leggo, recuperiamo la cronostoria delle accise che persistono sulla benzina:
  1935: 1,90 lire per la guerra di Abissinia (che si somma ad un'accisa base preesistente)
  1956: 14 lire per la crisi di Suez
  1963: 10 lire per il disastro del Vajont
  1966: 10 lire per l'alluvione di Firenze
  1968: 10 lire per il terremoto del Belice
  1976: 99 lire per il terremoto del Friuli
  1980: 75 lire per il terremoto dell'Irpinia
  1983: 205 lire per la missione in Libano
  1996: 22 lire per la missione in Bosnia
  2004: 31 lire (0,016 €) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri
  2005: 96 lire (0,05 €) per l'acquisto di bus ecologici
  2011: 0,02 € per finanziare il Fus
  Totale: 573 lire (0,29 €: 0,564 € considerando anche quella di partenza)
  Mi pare che le motivazioni addotte parlino da sé...

** non dico "di sinistra" perché dire che il PD sia un partito di sinistra è come dire che il PdL è un partito di destra: una castroneria mostruosa...

*** soprattutto quando le spese per il bene di consumo in questione (con tutta l'auto blu intorno) sono a carico dello Stato = a carico del contribuente (che così si trova a pagare anche l'accisa per il parlamentare oltre che la propria)

23 marzo 2011

Una nuova occasione persa

E così, dopo vari tira e molla, dopo le pressioni degli 8 "grandi", i batti e ribatti con l'ONU...finalmente si è scatenata l'offensiva contro Gheddafi.
Ora tiene banco il ministro La Russa, che rivendica indignato un posto di rilievo per l'Italia nel comando delle operazioni, che (oggettivamente) partono da basi distribuite sul territorio italiano, e che diamine!

Operazioni, tengo a ricordare, che concretizzano una INGERENZA sulle questioni INTERNE di una nazione SOVRANA.
Quale sarà il tornaconto dei grandi Occidentali? Più probabile che si tratti di risorse (il deserto Libico è sicuramente ricco di oro nero e altri combustibili) come nel caso del Kuwait e dell'Iraq, che non di una posizione strategica come quella dell'Afghanistan...
Sicuramente alla palla dell'esportazione della democrazia ci credono solo quelli che lo devono fare per ipocrisia o per ordini superiori...altrimenti non si piega perché questi grandi benefattori dell'umanità non siano mai intervenuti nelle guerre civili che tuttora dilaniano i regimi dell'Africa centrale...

Una sola cosa è certa: la democrazia (fuor d'ipocrisia) non si può esportare...le popolazioni devono elaborarla in proprio attraverso i medesimi meccanismi che il mondo "civilizzato" ha messo in pratica nei secoli passati...

E che è ora di smetterla di voler dettare le regole a casa degli altri: a voi non darebbe fastidio?

14 febbraio 2011

Quando la matematica è un'opinione...


...manipolata, peraltro.

Non è che uno voglia difendere il Berlusca: il fatto è che il pressapochismo degli avversari è tale da far scaturire naturalmente un ragionamento "non allineato" in chiunque non sia condizionato dai paraocchi del becero odio "ad personam".

Ieri c'è stata la tanto pubblicizzata manifestazione per la dignità delle donne, che per tutti si traduceva "manifestazione contro Berlusconi".*
Sui vari giornali oggi si legge "Cortei in 230 città. Un milione in difesa delle donne."

Uhm...

Alle ultime politiche risultavano 47.126.326 i cittadini aventi diritto al voto per la Camera, 43.133.946 per il Senato.
Signori, correggetemi se sbaglio, ma temo che dobbiate fare un po' meglio di così: un milione di preferenze è decisamente MOOOOLTO meno del 50%+1 necessario per essere considerati "maggioranza".
Soprattutto se teniamo conto che il milione comprendeva anche i manifestanti ALL'ESTERO: di questi QUANTI hanno diritto al voto in Italia? (e anche su questa regola ci sarebbe di che discutere)

A sto punto viene da dire che la Gelmini ha ragione almeno a metà: magari le persone in piazza non erano TUTTE radical-chic, ma sicuramente erano POCHE.
Un uomo con la vuvuzela fa sicuramente più rumore di 20 uomini che parlano, ma questo non fa di lui la maggioranza.

*: Berlusconi il quale avrebbe comunque approfittato di "servigi" offerti spontaneamente dalle donzelle che gremivano le sue magioni...non capisco quindi cosa c'entri questa faccenda con la "dignità delle donne"...secondo me non solo il Cavaliere, ma anche queste donne che si sono offerte in cambio del classico calcio in culo in vari ambienti non sanno neanche dove stia di casa la dignità!

Postribolum italicum


Qualche giorno fa ho letto un post di Wolfstep incentrato sull'argomento più di attualità che esista: il "Ruby-gate", con tutto il contorno di rogne per il Cavaliere.

La legge italiana sancisce che lo sfruttamento della prostituzione sia reato, con l'aggravante della minore età delle coinvolte.
Il caso di Berlusconi è "borderline", perché lo sfruttamento si ha quando ti fai pagare una percentuale dalla prostituta. Accompagnarsi con una prostituta non e' reato se e' maggiorenne, ma lo è se la medesima è minorenne. (NdBG: grazie all'amico Dela per questa precisazione che mi era sfuggita)

Ad ogni modo, stante questa situazione, sempre secondo la legge italiana, è corretto che si intenda far luce sulla questione delle frequentazioni sessuali berlusconiane, ed eventualmente condannarlo.

Questo a prescindere dall'intento persecutorio o meno della magistratura (che comunque E' politicizzata. punto.)

Quello su cui ci sarebbe da discutere è piuttosto che la legge italiana in materia di prostituzione sia raffazzonata, e che questo rientri nel novero del "fare le cose all'italiana", ossia in modo ingarbugliato cercando di non scontentare Tizio, Caio e Sempronio (laddove siano "notabili") e tenendo sempre presente un certo moralismo (diverso da "moralità") ipocrita di facciata in modo da autoassegnarsi una patente di integrità (e anche perché fa sempre comodo essere pappa e ciccia col Vaticano)...

My two cents: ripeto quanto già detto in tempi non sospetti.
Non capisco perché debba essere perseguibile una persona MAGGIORENNE che decide IN TUTTA AUTONOMIA E SENZA PRESSIONI ESTERNE di dare via le proprie parti intime a pagamento...è immorale? Mah, anche questo è opinabile...è un'attività che non fa del male a nessuno!

Partendo da tale presupposto, capisco ancora meno come possa essere perseguibile UN SUO CLIENTE!
Solo in caso di coercizione i BASTARDI SFRUTTATORI FIGLI DI P... devono essere puniti con il massimo della severità.

E naturalmente in questo caso occorre fornire agli inquirenti tutti gli strumenti atti a stroncare questi traffici ignobili.
Non mi pare un concetto difficile da assimilare!

21 gennaio 2011

L'apoteosi della faccia tosta












Per il lettore che non si ferma al messaggio evidente delle notizie, ma ne traguarda i retroscena, il "sexygate" scatenato attorno al premier ha almeno un risvolto positivo.

Nella fattispecie, raggiunge l'obiettivo di smascherare l'evidente ipocrisia e la faccia tosta di alcuni soggetti.

Mi riferisco alle più recenti esternazioni della santa sede ("s" RIGOROSAMENTE MINUSCOLE, NdR).
I suoi portavoce si proclamano "turbati come Napolitano" (ah beh, allora...) e "in ansia per la stabilità", oltre a condannare duramente la vicenda e ad esigere "più moralità".

Chiariamo: è indubbio che il comportamento attribuito al Cavaliere (laddove sia dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, sulla qual cosa sussitono delle perplessità) non si addice nella maniera più assoluta ad una persona che rappresenti una Nazione, e che a prescindere dalla veridicità delle accuse ci si aspetterebbe un atteggiamento differente ed anche un dignitoso passo indietro dalla scena politica, almeno finché non sia stata fatta chiarezza.

Quello che mi interessa sottolineare in questo frangente è il fatto che il Vaticano ancora una volta ha parlato a sproposito quando invece sarebbe stato opportuno tacesse.
Innanzitutto, di quale "stabilità" si dichiarano preoccupati? Non mi risulta che le vicende di Berlusconi influiscano sulla stabilità di governo della Città del Vaticano: se si riferiscono all'Italia, mi sembra un'ingerenza nelle vicende politiche di uno Stato Sovrano differente da quello che rappresentano.
Questo non vuol dire che essi non debbano essere liberi di esprimere il proprio pensiero a riguardo, ma non ritengo che quest'ultimo debba avere per lo Stato italiano maggior rilevanza delle chiacchiere da bar.

Dove veramente si entra nell'ambito dell'ipocrisia più sfacciata è quando i suddetti signori danno voce al proprio presunto "bisogno di moralità".
Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso nonché uno dei più autorevoli esponenti del Consiglio permanente della Cei,  afferma in merito alle feste ad Arcore: “Sono spettacoli indecorosi, un crimine verso i giovani”.
L'affermazione in sé è completamente condivisibile e ci sarebbe poco da obiettare...quello che mi dà fastidio è il pulpito da cui viene la predica (in questo caso la metafora calza a pennello): come la mettiamo con i numerosi casi di pedofilia perpetrati da vari sacerdoti, che il Vaticano ha costantemente insabbiato ed impedito di perseguire legalmente (sottraendo i colpevoli alla giustizia ordinaria trasferendoli e opponendo tutta una sequela di giustificazioni più o meno sostenibili) fino a quando non sono diventati troppo evidenti?
Quelle vicende quale spettacolo hanno offerto ai giovani? Uno spettacolo cui sono stati fatti partecipare controvoglia, peraltro. E mi pare che il problema sia ben lungi dal dirsi risolto, tra le altre cose.

Un mio amico mi ha fatto notare che quando si punta un dito per accusare un'altra persona, la stessa mano ne punta tre contro noi stessi: il significato è che prima di stracciarsi le vesti presumendosi gigli immacolati, occorrerebbe fare un minimo di autocritica.

E magari valutare se non sia il caso di tacere.
Sempre che la ragion politica non sia più forte della dignità.
(Quest'ultima frase vale anche per il personaggio al centro della vicenda scatenante, oltre che per
quelli che fino a ieri sputavano sui preti pedofili, salvo usarli oggi come arma contundente per puntare il dito contro la moralità dell'Arcinemico...)