06 novembre 2008

Passi falsi


Una regola aurea per chiunque è quella di fermarsi a riflettere prima di proferire parola.
Soprattutto dovrebbe attenersi a questa norma chi riveste posizioni particolari o chi si trova già nell'occhio del ciclone per trascorsi comportamenti non propriamente ineccepibili.

È questo il caso di due ben noti esponenti del PdL: Maurizio Gasparri e Marcello Dell'Utri.
Entrambi sono stati citati nelle recenti cronache per le rispettive affermazioni che hanno suscitato scompiglio nell'ambiente.

Per entrambi si può sostenere che, nella migliore delle ipotesi, abbiano delle difficoltà nel formalizzare i concetti.
Il primo, asserendo che al-Qaeda sarebbe stata entusiasta della vittoria di Obama, immagino volesse sottolineare il fatto che ora il gruppo terroristico potrebbe aspettarsi un ammorbidimento dell'atteggiamento degli Stati Uniti, con indubbi vantaggi per Bin Laden ed amici.
Partendo dal presupposto che non è assolutamente scontato che la politica estera americana cambi in modo radicale, come dice una vecchia canzone di Lino Banfi: "C'è modo e modo!"
Gasparri avrebbe potuto tranquillamente esporre la propria idea in termini più oculati evitando di attirarsi le ire dell'opposizione ed il conseguente goffo tentativo di riparazione da parte dei suoi imbarazzati colleghi.

Il secondo invece si è lasciato andare ad una lode di Mussolini che è sembrata quantomeno poco opportuna.

Fughiamo subito i dubbi: su alcuni aspetti di quanto detto dai due sono assolutamente d'accordo.
Ha ragione da vendere Gasparri quando dice "Tuttavia credo che l’Europa debba assumersi maggiori responsabilità: non sappiamo cosa farà il nuovo Presidente, difendiamoci da soli dai pericoli che incombono su di noi". Sono un convinto sostenitore del fatto che l'Italia (e più in generale tutti gli stati europei che ambiscono ad essere sovrani di se stessi) debba cercare di affrancarsi quanto più possibile dall'ala protettrice ma anche ingombrante del Grande Fratello Americano, magari cercando di volare un po' più basso e lasciando perdere le velleità di proporsi come protagonisti ed arbitri della politica internazionale (di cartone, perché comunque nello scacchiere mondiale l'Italia conta come l'amico scemo a cui tutti danno le pacche sulle spalle continuando poi a perseguire i propri obiettivi indipendentemente da quello che quest'ultimo dice o fa).
È arrivato il momento di finirla di tenere bordone agli USA quando si atteggiano a sceriffi del mondo.

Sulla questione Mussolini, che dire? Le atrocità di cui si è macchiato sono evidenti a tutti e rinnegarle sarebbe da cretini. Ma allo stesso modo ritengo sia da perfetti imbecilli sostenere che tutto quel che è stato realizzato durante la sua reggenza sia da condannare e relegare nell'oblio.

Invece cos'è successo? Il semplice fatto che le affermazioni provenissero dai succitati personaggi ha dato un appiglio per le polemiche dell'Opposizione (al solito fini a se stesse), che ne ha subito approfittato per andare a caccia di facile approvazione in un momento in cui ne ha disperato bisogno come dell'acqua perché la sua popolarità è decisamente in picchiata.
E, a giudicare dalle vibranti reazioni pubblicate da giornali e blog, l'obiettivo è stato pienamente raggiunto.

Conclusione: le due affermazioni hanno costituito un vero e proprio passo falso, peraltro commesso quasi in contemporanea. Siamo tutti d'accordo (tranne forse proprio l'Opposizione) che la sostanza conti più della forma, però suggerirei all'attuale esecutivo di seguire con un po' più di oculatezza le mosse dei propri "sorvegliati speciali" se vuole evitare di esporsi a scene difficili da gestire.

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