05 marzo 2010

L'incapacità di sottostare alle regole


Quanto sta succedendo in questi giorni riguardo alle liste elettorali del PdL in Lombardia e Lazio ripropone per l'ennesima volta l'amministrazione della cosa pubblica in una luce grottesca e deprimente.
La legge prevede delle scadenze per la presentazione dell'elenco dei candidati: è una cosa logica e neanche particolarmente complicata da capire.

Se per idiozia o malafede ("o" nell'accezione latina "vel", perché ovviamente una cosa non esclude l'altra) chi è incaricato di presentare le liste all'ufficio competente non rispetta tali scadenze, esse non possono essere ritenute valide.

Invece no: data l'abitudine di procedere per deroghe, proroghe e workaround i soggetti in questione avranno sicuramente pensato "Eh, che cosa sarà mai...oggi, domani...c'è tempo!"

Bene: AVREBBERO DOVUTO ESSERE ESCLUSI.
Punto e basta.
Almeno, in un Paese dove la parola "regole" abbia ancora qualche significato, dovrebbe funzionare così, e chi ha sbagliato si farebbe furbo per la volta successiva, dopo aver energicamente massaggiato il cranio di chi ha causato tutto il casino.

Al contrario, qui abbiamo assistito per l'ennesima volta al classico teatrino perfettamente stigmatizzato da Enrico Ruggeri in Fango e stelle ("La commozione, l'indignazione, la protesta, la nazione, la delazione:che baraccone"), appellandosi ad inesistenti diritti dei cittadini di poter votare per i propri beniamini (il cittadino ha il sacrosanto diritto di poter esprimere la propria preferenza...ma tra i candidati in regola! altrimenti io posso mettermi pretestuosamente a sbraitare perché non posso votare il lattoniere sotto casa e chiedere che le elezioni vengano procrastinate all'infinito!)

(In)credibilmente (siamo pur sempre in Italia), qualcuno ha dato ascolto a queste proteste basate su ragionamenti solidi come la carta igienica bagnata accettando ricorsi al TAR, proposte di rinvio del turno elettorale, e via dicendo...
E ancor più (in)credibilmente, pare che qualcuno ce l'abbia fatta ad affermare la propria volontà in barba ai regolamenti senza neanche pagare ammenda!

Ora, cosa dovrebbe pensare l'elettore di tutto ciò? In particolare quando il mancare una scadenza per il pagamento di un qualunque balzello impone a quest'ultimo di produrre una montagna di burocrazia per spiegare il come, il quando e il perché del ritardo, corrispondendo naturalmente un cospicuo interesse di mora che non stona mai...e i cui eventuali ricorsi al TAR hanno sicuramente un tempo di incubazione molto maggiore rispetto ai pochi giorni impiegati da tale organo per pronunciarsi sul pasticciaccio brutto della Polverini!

Potrebbe pensare almeno questo: che se uno non è in grado di gestire in modo organizzato le pratiche burocratiche quando le scadenze sono note ben a priori, chissà quanto potrebbe rivelarsi affidabile riguardo a problemi più pressanti che richiedano interventi rapidi e concreti...

E votare qualcun altro*

*: sempre che esista "qualcun altro" che ispiri un minimo di fiducia, altrimenti vale la pena annullare la scheda...

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