02 marzo 2009

Tu chiamala se vuoi "demagogia"



Il dizionario enciclopedico Treccani definisce il termine "demagogia" come segue:

Pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingandole con
promesse, soprattutto economiche, difficilmente realizzabili.

Wikipedia puntualizza:

Di frequente uso nel dizionario politico, con accezione dispregiativa indica il
comportamento di colui che utilizza frasi retoriche ed esprime promesse
inconsistenti per accaparrarsi il favore dell'elettorato, facendo spesso leva su
sentimenti irrazionali, ed alimentando la paura o l'odio nei confronti del
nemico o dell'avversario politico.

Alla luce di queste definizioni proviamo ad analizzare l'uscita di Dario Franceschini a Bari sull'assegno per i disoccupati.
C'è la leva sul sentimento di paura (nella fattispecie la paura di non riuscire ad arrivare alla fine del mese), c'è la promessa economica dell'assegno.


Sicuramente se io fossi nelle condizioni disperate in cui versano i lavoratori che si trovano da un giorno all'altro in cassa integrazione o peggio a causa della crisi, accoglierei con speranza ed entusiasmo le parole di Franceschini.

Tutto molto chiaro, tutto molto caritatevole...solo una piccola domanda mi sovviene: CHI PAGA, di grazia? Se ci sono dei soldi da erogare (a fronte di nessun bene o servizio realizzato - non certo per colpa dei lavoratori, sia chiaro) qualcuno li deve tirare fuori.

Ecco, on. Franceschini...CHI?

Gli Enti locali alla canna del gas? Il Parlamento (quindi ANCHE LEI)? Giammai!

Fatti due ragionamenti, i soldi per gli assegni di disoccupazione non dovranno magari essere ricavati aumentando ANCORA la pressione fiscale sui cittadini?


Da questo mi sento di dire che la proposta del neosegretario del PD è "difficilmente realizzabile", e questo chiude il cerchio: quella di Franceschini è a tutti gli effetti demagogia.


Strano che non se ne accorga (o che creda che chi lo ascolta non se ne accorga), perché dimostra più avanti di conoscere il corretto significato del termine, quando lo utilizza per etichettare l'altrettanto deplorevole iniziativa delle "ronde" (che, oltre a non risolvere nulla, distraggono dal loro compito principale le forze dell'ordine, che si trovano a dover agire da "scorta" per evitare guai ai giustizieri fai da te)...


Questo aneddoto dimostra ancora una volta di più come i nostri politicanti siano particolarmente miopi, ed attenti ai bisogni dei cittadini solo superficialmente.

Invece di pensare ad un sussidio per i disoccupati, non sarebbe magari più costruttivo varare delle leggi (o abrogare determinate pastoie legislative e fiscali) che alleggeriscano il peso della crisi sulle aziende, e che in generale consentano a queste ultime una maggior convenienza nell'impiegare un maggior numero di persone (se non altro a non dover giubilare gli attuali assunti) senza ricorrere al lavoro nero?

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