Naturalmente la signora Menapace ha avuto subito la signorilità di sottolineare come questo risultato sia frutto della malafede, dell'inghippo.
Ora, è noto che il senatore De Gregorio è oggettivamente incline a cambiare schieramento con disinvoltura: l'anno scorso, alle regionali campane, nel giro di un mese si è candidato come leader della associazione "Italiani nel mondo", quindi per Forza Italia, per la Dc e finalmente per l'Idv per le politiche del 9 e 10 aprile.
Nonostante l'elezione del personaggio in questione possa sollevare più di un "caveat", ci sono buone ragioni per aver scartato la signora Menapace.
- In primis, e lungi da me essere irrispettoso, dopo l'elezione dell'85enne Napolitano a Presidente della Repubblica, e la propugnata nomina dell'87enne Andreotti alla presidenza del Senato, l'elezione di una persona di 82 anni a tale carica sarebbe rientrata perfettamente nel quadro de "Il vecchio che avanza"...mentre da tempo si sente la necessità di un rinnovamento e di un ringiovanimento di tutto lo scenario politico.
- Secondo, ma non in ordine di importanza, le sue idee in fatto di difesa sono alquanto balzane: è notorio infatti che ella non sia una sostenitrice delle Forze Armate in genere e delle Frecce tricolori in particolare, da quanto si evince da una sua recente affermazione
Il caso Menapace porta alla ribalta la questione di fondo: chi ha vinto le elezioni? Se le ha vinte Prodi, le molte anime della sua coalizione debbono incarnarsi in un soggetto collettivo - il governo - che tutte le rappresenta senza identificarsi con nessuna. Ma se ognuno dei partiti coalizzati si pretende vincitore in proprio, e quindi titolato a recitare una parte da protagonista nella commedia comune, tanto vale che il governo di centrosinistra chiuda bottega prima che salve di pomodori si abbattano sulla scena.
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O il governo è una federazione di tribù, ognuna con un proprio lotto di presenza politica, ovvero è l'espressione del programma comune fatto dei contributi e delle rinunce di ciascuno.
Lo scenario è reso ancora più grottesco dalla faida interna all'Italia dei Valori, dopo l'elezione di De Gregorio! E questo rafforza ancora una volta l'idea che se nemmeno all'interno dei partiti della coalizione di Governo non sussiste un intento comune, è ben difficile che tutta l'orchestra riesca ad andare d'amore e d'accordo se non episodicamente.
P.S.: Come è da esecrare l'affermazione di Enzo Biagi all'indomani dell'elezione di Letizia Moratti a Sindaco di Milano («Un tempo le signore si dedicavano al ricamo. La signora Letizia ha scelto la politica»), allo stesso modo è da sottolineare negativamente il commento del presidente dei deputati di Alleanza nazionale Ignazio La Russa in questa circostanza, quando afferma «Mi felicito con i senatori di An che, con il loro voto, hanno fatto in modo di far tornare nell'oblio questa signora che, se ne avesse, farebbe meglio a occuparsi dei nipotini»! Una brutta caduta di stile per un uomo politico che diversamente ho sempre stimato profondamente.
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