25 giugno 2008

Della sospensione e delle pene



Allo stesso modo in cui sono contrario al Lodo Schifani che contempla l'immunità per le alte cariche dello Stato, ritengo che l'emendamento in base al quale i processi per reati puniti con pene fino a 10 anni e commessi entro il 30/6/92 vanno sospesi sia un artificio che fa del male al perseguimento della Giustizia in Italia.
Bruno Tinti, Procuratore aggiunto della Repubblica di Torino, non condanna però in toto l'operato dell'esecutivo a riguardo, salvo indicare alcuni ritocchi che lo renderebbero più efficace.

Io non sono d'accordo con il tono da "accontentiamoci" che permea dall'articolo, perché secondo me l'unico modo per rendere efficiente l'aministrazione della Giustizia nel nostro paese (come del resto ribadito dallo stesso Tinti sul libro "Toghe Rotte") consiste nel rivedere completamente il Codice di Procedura Penale e cassare le troppe leggi e leggine ultragarantiste per i rei.
Allo stesso tempo, però, un'analisi accurata del trafiletto dimostra in pochi passaggi logici un aspetto che ai più (solitamente abbagliati dal livore verso il Cavaliere) sfugge: che l'accanimento dell'opposizione nei confronti dell'emendamento è in malafede, o al limite basato su una cattiva informazione di base.
Vale la pena rifletterci...

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