25 maggio 2006

Il gatto, la volpe e i poveri fessi

Ricevuta la fiducia in modo plateale, il Governo comincia a lavorare.
Ed ecco che arrivano le prime voci preoccupanti dal settore Economia.

Ieri sera il neoministro Tommaso Padoa-Schioppa (la Volpe) ha incontrato il commissario europeo per gli Affari Economici Joaquin Almunia (mandato iniziato sotto la presidenza della Commissione di Romano Prodi).
Il busillis era il rientro del disavanzo pubblico, che il Governo Berlusconi si era impegnato a riportare sotto il 3% entro il 2007 dal 4,1% del 2005, livello più alto dal 1996.

Particolarmente interessante, nella notizia di agenzia della Reuters, il trafiletto:

Considerando che il governo intende ridurre entro il primo anno di cinque punti il cuneo fiscale sul lavoro, la manovra per il prossimo anno potrebbe raggiungere, se non superare i 30 miliardi di euro, grosso modo la cifra della manovra varata da Prodi nel 1996 per consentire alla lira di rientrare nello Sme e all'Italia di aderire dal 1999 all'euro.
La situazione economica, però, ha detto Prodi ieri, è "forse più grave del 1996" e il problema numero uno è la mancanza di crescita.
La strategia del governo dipenderà anche dalla Commissione Ue che in passato ha detto sì alla richiesta di maggior tempo per il rientro del deficit della Germania, ma potrebbe considerare l'Italia meno solida del suo vicino.


A queste già poco confortanti considerazioni fanno da corollario le dichiarazioni del viceministro Visco (il Gatto).

La tassazione sulle rendite finanziarie e la tassa di successione, misure presenti entrambe nel programma dell'Unione, «si faranno tutte e due». Lo ha confermato il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, parlando in Transatlantico. «Chi prima, chi dopo, verranno fatte entrambe», ha detto Visco, aggiungendo: «vedremo poi lo strumento tecnico» con cui attuarle.

In pratica, Visco annuncia agli italiani che stanno per arrivare le tasse sui Bot, sui Cct, sulle obbligazioni e sulle successioni...e questo ha scatenato le ire dell'ADUC (associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori), che ha risposto a tono:

In una nota firmata dal presidente Paolo Mastrantoni, infatti, l’Aduc ricorda, innanzitutto ed in premessa, come attualmente esistano due aliquote, una al 12,5% per le "rendite" da capitale, (interessi, dividendi, e plusvalenze da titoli obbligazionari e azionari) e una al 27% per i depositi bancari, conti corrente e certificati. La differente tassazione ripropone lo strabismo dei vari governi sulla tassazione, afferma Mastrantoni, e per costoro (riferendosi a Visco ed al Governo) le "rendite" da depositi bancari sono diverse da quelle provenienti da investimenti azionari, che infatti vengono tassati in modo differente. L’Aduc, in sostanza, chiede dove stia la differenza sostanziale tra le due “imposizioni”. I depositi, afferma, vengono utilizzati dalle banche per i loro affari, cosi' come le azioni in borsa supportano le imprese nelle loro attivita', entrambe generano iniziative di vario tipo, industriali, artigianali. E il finale della nota emessa è tutto un affondo criticando il “riflesso” negativo di Visco quando tratta l’argomento rendite. Ognuno del proprio denaro fa cio' che vuole e se ne ricava dei redditi perche' dovrebbe essere considerato uno sterile parassita? Così prosegue l’Aduc che aggiunge: “Livellare su una unica percentuale i guadagni da capitale e da depositi significa incrementare le entrate di circa 2 miliardi di euro, che coprirebbe del 20% il maggior onere derivante dalla diminuzione del famigerato cuneo fiscale”. Insomma, conclude la nota di Mastrantoni, e' una operazione di "copertura" che viene giustificata con la tassazione sulle "rendite" finanziarie.

Ecco qua...il pranzo è servito!

Ora rimane una questione: se Padoa-Schioppa è la Volpe, e Visco il Gatto, chi sono i poveri fessi?
Provate un po' a fare delle ipotesi...

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