26 aprile 2006

Ingerenze estere

Tanto per gradire, il 13 di Aprile sul Wall Street Journal è toccato a Michael Ledeen dare alcuni "consigli" a Romano Prodi:

Mr. Prodi is certainly not anti-American, but his leftist partners hate capitalism, America and George Bush. He will certainly not be the friend and ally of President Bush that Mr. Berlusconi has been. But neither is he likely to be an open critic and nuisance à la Jacques Chirac and José Luis Rodríguez Zapatero. Italy needs (and Italians want) American friendship, so Mr. Prodi will likely choose a foreign minister who is known and liked in Washington, to demonstrate his support for the underlying relationship.

Come fa notare Blondet, Ledeen esige una garanzia anticipata che il prossimo Ministro degli Esteri sia un personaggio gradito a Washington. Questa a casa mia si chiama ingerenza.

Chi è poi questo signore? Cito testualmente Blondet: "Negli anni '70, in Italia, Michael Ledeen è stato collaboratore dei servizi segreti italiani e di quelli israeliani (qual è sicuramente ancor oggi) nonché membro della P2 [...] Esaurito il suo compito fra noi, Michael Ledeen se n'è tornato in USA, dove ha diretto il Jewish Institute for National Security Affairs (JINSA), ossia la cupola semi-segreta in cui si allacciano i rapporti inconfessabili tra l'esercito israeliano, il Pentagono e l'apparato militare industriale americano, che ha condotto al colpo di Stato neocon e alle successive guerre d'aggressione dei nemici potenziali d'Israele."

Vedremo a questo punto se le aspettative di Ledeen saranno soddisfatte.

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